"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

martedì 7 giugno 2011

Le scarpe volano via

La scarpa è quella di un uomo. La destra. E' una scarpa elegante, marrone scuro, fatta a mano si direbbe, di quelle che si indossano per una cerimonia, per un appuntamento importante. Magari un matrimonio, una cresima, chissà. Non può avere più di una settimana, il tacco è appena consumato. E poi, si vede che è nuova, guarda le cuciture, guarda la pelle come è ancora tirata, lucida.
Polvere, quella si, ma insomma..
La scarpa è allacciata con un nodo, una parte della stringa affonda in una pozzanchera nera, come fosse un'ancora. Una leggera brezza increspa l'acqua, la stringa si muove lievemente, poi si ferma. Oggi non piove, ma ieri quanta acqua è caduta giù, e il vento come piegava quegli alberi, sembrava volesse strapparli via.
Io a volte lo faccio entrando in casa, quando sono stanco...levarle senza slacciarle dico...a rischio di rovinarle, di farmi male ai talloni, persino. Che poi basterebbe così poco, questione di secondi. Tirare il laccio, slegare il nodo, sfilarsele. Mia moglie si arrabbia sempre quando mi vede fare così, è un gesto infantile; lo so, ha ragione. Chissà dov'è, ora.
Volano via le scarpe quando si fa un incidente. Il corpo si contrae con violenza, la scarpa si sfila dal piede e schizza in alto, rotea e roteae rotea e poi cade giù, nel selciato. Un rimbalzo, un altro, un altro ancora, per fermarsi con la suola appoggiata al bordo del marciapiede, su un lato. Il tempo si dilata, rallenta, si ferma, e tutto quel movimento non finisce mai...
La scarpa è una scarpa, un oggetto assemblato di cuoio e pelle e cotone, è solo una cosa morta, eppure vederla lì a terra ricorda una balena spiaggiata, un uccello senza vita. Una scarpa morta nel fiore degli anni.
Chissà a chi apparteneva, chissà dove si trova adesso il proprietario.
Chissà come sta.
Ci sono dei vetri intorno alla scarpa, si vedono bene da qui, anche se la luce viene e va. Saranno quelli del lunotto anteriore della macchina. Chissà la botta, chissà che rumore. Deve sembrare un film, vedi un corpo venirti incontro, una testa sfondare il lunotto, e poi la macchina che sbanda e quell'uomo non c'è più, è un manichino scomposto, c'è solo la scarpa che si sfila e vola via..
Arrivano le telecamere e la filmano, facci caso, puntano l'obbiettivo sulle cose inanimate. I corpi non ci sono mai, non si vedono, ci sono lamiere contorte e oggetti sul selciato e macchie di olio. Le persono sono ai bordi, piangono e si mettono le mani nei capelli e urlano. Oppure guardano, curiosi. Ma i corpi, quei corpi, non ci sono. Quello che ti rimane negli occhi sono quelle piccole cose sparse sul selciato.. un paio di occhiali... un pacchetto di sigarette... una bambola..scarpe...
L'incidente deve essere succeso da poco. Ieri sono passato da qui, almeno tre volte, e non ho visto niente. Vai a fare la spesa, porta il cane dal veterinario...accompagna il figlio alla partita...Mi sono fermato proprio qui, ad aspettare il verde, e quella scarpa io non l'ho proprio vista. E tutto quel vetro...
E' ora di partire, ma la macchina non và, chissà perchè, giro la chiave, ma niente da fare, non va. Osservo rivoli di sangue passarmi tra le dita, è caldo, viscido, e non so da dove viene. Ho delle ferite sulle mani, ma non sento dolore, ho delle schegge sui vestiti, mi tocco lo stomaco e il sangue esce anche da lì.
Sono sdraiato su un fianco e sto bene, davvero. Caldo fa caldo, verrebbe voglia di uscire dalla macchina e camminare, ma non si può, sono bloccato.. Che poi il sole, oggi, viene e va. Prima non si vedeva niente, era cosi
' buio, e a desso è tutto così chiaro, limpido.
Quella scarpa. Allungo la mano per afferrarla ma non ci arrivo, niente, è lontana. Sto qui a guardarla , allora, quella bella scarpa elegante volata via, e penso con tristezza che nessuno mai la indosserà più.

2 commenti:

  1. Agghiacciante e realistico. Mi piace molto assai.

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  2. Il finale... non me lo aspettavo. Arrivi in fondo e, quando sai, non puoi fare a meno di rileggerlo. Bello, davvero molto bello!

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