"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

lunedì 27 giugno 2011

C'e' Londra tra noi

Ce lo dicemmo dall'inizio della quinta io e la Raffy.."dopo la maturità 10 giorni a Londra"!
E così fu.
Io e la Raffy amiche da sempre, da quando con il grembiule bianco e il fiocco rosa al collo ci siamo guardate negli occhi, timide, e ci siamo piaciute.
Eravamo in prima elementare, lei bionda con gli occhi verdi e la carnagione quasi trasparente ed io tutta scura occhi e capelli,  solamente la pelle chiara.
E poi da lì sempre insieme, medie e poi alle superiori, sempre con quella strana competizione dentr
o, sono più brava io, no sei più brava tu, ma perché?No sono sempre meglio io.
Forse quel viaggio adesso mi sembra una forzatura, nel senso che negli ultimi due anni ci eravamo perse, dai 17 anni io continuavo ad essere sempre normale  almeno esteriormente, lei  sempre più strana , anche esteriormente.
Io avevo detto addio a tutti quelli della compagnia, della nostra compagnia o forse più della sua, quelli della Via Zumbini.
Fumare e fumare e basta.Sigarette o canne ma fumare e basta.Non ne potevo più avevo voglia di altro e così un giorno ho detto “ciao” a Juri, quello che per tutti era il leader, “ciao” anche  a tutti  quelli con cui stavo bene.E' stata dura ma ce l’ho fatta.
E poi nonostante fossi carina non c’era nessuno che mi faceva innamorare, mi corteggiavano solo per cercare il contatto carnale, che certamente volevo anch’io, ma non mi piaceva la loro proposta.
La Raffy no, lei era rimasta in mezzo a loro, si era messa con Augusto che si faceva di eroina e usciva  con la Sara che si faceva scopare da tutti. Se mia madre avesse saputo tutto questo..la Raffy per lei era sempre la mia amica quella brava, dolce, che riusciva in tutto e anche a scuola.
Non se la sarebbe mai immaginata con i capelli nero corvino corti, a spazzola i denti bianchissimi e le spille da balia dappertutto.
Chi mai l'avrebbe detto che una tipa così era la migliore della classe ?
La prof. di italiano leggeva sempre i suoi temi perchè diceva che ci faceva bene ascoltare.
Finalmente superammo la maturità, lei brillante, io senza studiare, meno brillante ma dignitosamente e  nel settembre dell'81 prendemmo l’aereo da Linate per Londra.
C'era anche la Francesca,  quando l'ho vista sinceramente mi ha fatto l’ impressione  di una tipa con poche idee ma chiare.
Decisamente antipatica, non mi vedeva, forse mi aveva salutato all'inizio, appena la Raffy ci aveva presentato, e poi ero scomparsa dal suo campo visivo.
Avrà pensato che non avevo alcuna personalità,  e poi  vestita con un jeans, una maglietta e un golfino le davo certamente una noia infinita.
Ricordo, in quel contesto di essermi sentita fragile, un  bicchiere di cristallo, un urto anche lieve ed ero in mille pezzetti.
Rivolevo la mia amica, quella della prima sigaretta al parco di Porta Venezia, delle michette divise a metà, delle foto vestite da cantanti rock, delle risate improvvise e dei compiti un po’ veri e un po’ falsi di tutti i giorni.
Arrivate a Londra, trovammo una stanza in un ostello, per me che ero una cresciuta nella bambagia, dove mi era stato risparmiato tutto quello che poteva lievemente darmi fastidio, era un posto infernale, con scarafaggi che correvano sotto i tappeti, vetri rotti, puzza e incontri inquietanti sulle scale.
Subivo tutto, d'altronde mi ero affidata a loro, e a loro andava bene così.
Ma tanto dopo 1 giorno di permanenza, arrivò un taxi e se le portò via, destinazione Manchester.
Raffy mi disse che voleva trovare un lavoro e che per lei non era una vera e propria vacanza ma un'esperienza che voleva vivere; si ma dirmelo prima no? Darmi la possibilità di organizzarmi diversamente? Se non fossi stata io ma una persona normale, penso che una cosa così se la sarebbe legata al dito per sempre.
Mentre il taxi andava via e io ferma sul marciapiede con un espressione delusa, Raffy si era girata e mi guardava dal finestrino, con la mano mi salutava, come se non fosse successo nulla , ma con lo sguardo mi chiedeva scusa.
Rimasi sola a Londra e andai ad abitare per i successivi 15 giorni da un amico di mio padre, sposato con una figlia.
Uscivo dalla quella casa  al mattino, cercando di mangiare il più possibile, perché tutto il cibo a Londra mi faceva schifo, pure quello che cucinavano in casa, sembravo una bimbetta della scuola elementare.
Tornavo la sera.
Quando tornavo con il pulmann avevo paura, c'erano sempre dei tipi che mi guardavano e poi si parlavano tra loro.Non volevo finire nel Times stuprata.
Quando ripenso a quei giorni, mi dico che avrei dovuto cancellare la Raffy dal mio cuore, dagli affetti della mia adolescenza.
Non ci sono mai riuscita perchè le volevo così  bene che l'ho perdonata, e lei ancora oggi è una cara amica.
E poi in fondo imbranata com'ero sempre in giro con il ragazzo (perché a 18 anni uno l’ho incontrato e mi è piaciuto) con gli amici o con i genitori ho dovuto improvvisamente contare solo su me stessa, prendere le cartine, scegliere dove andare e cosa visitare.
Parlare il mio inglese, che più basico non si poteva, e accorgersi che sapevo gestirmi da sola.
Una sera l'amico di mio padre mi portò in un locale dove suonavano jazz e c'era un cantante che era un suo amico, un uomo bellissimo.
Mi sentivo totalmente  inadeguata in quel posto ma ero curiosa.
Capivo che c'era un mondo a me sconosciuto, un mondo di adulti, di relazioni che avrei vissuto anch'io e speravo anche presto.
E' stato un viaggio diverso da quello che mi ero immaginata, ma che un pò mi aveva cambiata.
Allora non l’avevo mai pensato, ma adesso dopo tanti anni mi dico che la Raffy mi aveva dato più di un’opportunità, in fondo avrei potuto aggregarmi a loro e vivere in Inghilterra come lei per un po’.
Ho preferito continuare da sola e ho capito che in fondo  si vive e si continua da soli, nonostante tutto quello che succede e succederà intorno a noi.


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