"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

domenica 22 maggio 2011

I GRANDI FILM: Le pale dell'amore


Primo Tempo

 Primi 800.
La contessa Josephine torna a Parigi dopo un lungo soggiorno in Inghilterra,  e decide di andare a trovare il suo vecchio maestro di violino, da lei segretamente amato. Suona il citofono, ma nessuno risponde. Riprova. Niente.
Un  mendicante le si avvicina, e ride bellamente di lei.
"Perchè, villico, ridi bellamente di me?" chiede Josephine.
"Perchè non puoi suonare quel citofono!" urla il mendicante.
" E perchè mai non posso farlo?" chiede la contessina.
" Perchè il citofono nell '800 non è ancora stato inventato!" Esclama il villico, quindi, dopo aver riso bellamente, senza nessun motivo le dà uno scappellotto sul coppino, facendola cadere a terra.
La contessina è sconvolta, per calmarsi tira fuori dalla sua borsetta un violino ed inizia a suonarlo soffiandoci dentro, avendo sempre preferito gli strumenti a fiato piuttosto che quelli a corda.  Incantato da quelle note melodiose, da un negozio di frutta e verdurta esce un uomo: e' lui, il suo vecchio maestro di violino, il professor Ernesto. La contessina intuisce immediatamente che quell'uomo è malato, si sta lentamente spegnendo. Infatti, poco prima aveva preso fuoco mentre cercava di cucinare un mazzo d'asparagi. I due si riconoscono e corrono ad abbracciarsi, ma lui scotta ancora e lei si ustiona il naso. Non importa, sono felici.
Ernesto racconta a Josephine di vivere nella miseria da quando ha perso l'uso della mano destra giocando a briscola e sbattendo troppo forte l'asso sul tavolo. Lei invece ha fatto fortuna prostituendosi e aprendo altri punti vendita in franchesing.
i due si baciano, Ernesto collassa e muore.
Giorno del funerale
Piove. Josephine sotto una vecchia quercia osserva depositare la bara dentro una fossa. non ha più lacrime da versare, benchè ne avesse portato un bottiglione da tre litri. Ne chiede un pò ad una piccola fiammiferaia infreddolita, ma, con grande sorpresa scopre non essere una bambina ma bensì una nana di 85 centimetri.
Le due donne si fissano negli occhi.
josephine trasecola! riconosce la sua anziana madre, da lei creduta morta in mare, quando aggrappata alla lenza era sparita tra le onde trascinata via da un enorme tonno.
Le due donne si abbracciano, ma Josephine scivola su una buccia di anguria, cade e si rompe il femore. La madre chiede aiuto ad uno splendido becchino.
La contessa sviene

Secondo tempo

Josephine apre gli occhi, è in una camera d'ospedale. di fronte a lei sua madre, il primario e il becchino, che scopre chiamarsi Gino, anche se tutti lo chiamano Alfonso, non si sa perchè.
Il primario le spiega che è salva grazie al tempestivo intervento di Gino ( detto Alfonso), pochi minuti ancora e non sarebbe stata che cibo per vermi. josephine osserva il giovane becchino e se ne innamora subito, e lo invita a entrare nel lettino per praticare sesso selvaggio. Ma Gino ( detto Alfonso)  si schermisce, è timido; emozionato inizia a vagare per la stanza a prendere le misure a tutti con metro e matita, quindi con la sua inseparabile pala scava una buca nel pavimento e ci si allunga dentro.
tutti ridono. I raggi del sole filtano dalla finestra. i due giovani si guardano negli occhi. La madre e il primario, anche. Un usignolo si appoggia sul davanzale e cinguetta.
questo momento iddiliaco viene interrotto da un uomo precocemente calvo, che entrato nella stanza spara all'uccellino, quindi sfida a duello il becchino.
I due si odiano da molto, da quando l'uomo precocemente calvo accusa Gino ( detto Alfonso)  di avere sotterrato suo padre con le chiavi di casa nel taschino e sono tre anni che non puà rientrare nell'appartamento. In più, sostiene che il becchino usi una pala non omologata.
Ma tutti sanno che mente, non solo suo padre non è morto, ma è in vacanza a Rimini (dove ha una relazione peccaminosa con un bagnino)  ma se guardasse sotto lo zerbino troverebbe un duplicato delle chiavi. Per quello che rigurada la sua pala, invece, essa ha passato tutti i rigorosi controlli che prevede la legge su pale e affini.
In realtà l'uomo precocemente calvo è invidioso del successo di Gino, sia come sex machine, sia come becchino, e aspira al suo posto di lavoro, oltre che al posto macchina.
L'uomo precocemente calvo e Gino il becchino ( detto Alfonso) decidono di sfidarsi a duello il giorno dopo, alle 7, 30 di mattina, ma, cedendo alle preghiere della contessina, spostano il duello alle 8,30.
Gridando parole offensive e accompagnando il tutto col gesto dell'ombrello, l'uomo precocemente calvo esce dall'ospedale e con un chiodo riga tutto il cavallo dell'avversario. Quindi ridendo attraversa la strada e viene investito da una carrozza.
Subito soccorso da  Gino ( detto Alfonso) l'uomo precocemente calvo mormora:
" Scusa Gino, sei un becchino divino..." e spira.
tutti piangono, tranne il cavallo che è stato rigato, e un signore che passava di li per caso e non è al corrente di tutta la vicenda. Il signore, tra l'altro, è anche il vicino di casa del commercialista del becchino, ma questo a noi non interessa.
Finale
Gino ( detto Alfonso) abbraccia Josephine, dichiarandole tutto il suo amore. Lei lo bacia, mentre tra le nuvole nel cielo azzurro, compare il maestro di violino, che sorridendo, suona col suo strumento una versione acustica di Je t'aime moi non plus.

Fine

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