"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

giovedì 12 maggio 2011

LUCCIOLE IN CORTILE

"Questa è la storia di uno di noi…." cantando la prima strofa della canzone…..


Così comincia una bella e famosa canzone di Adriano Celentano.

Parla di un ragazzo nato in una casa fuori città, quando ancora per fuori città si intendeva, per esempio, V.le Monza o V.le Padova.

Ebbene in V.le Padova ho vissuto i primi anni della mia vita, per l'esattezza in Via Paruta, una traversa di V,le Padova.

Abitavo in una casa di ringhiera con i miei e mia sorella.

Era quello che oggi va molto di moda : un MONOLOCALE.

Con la differenza che non c'era il bagno perché era sul ballatoio un impianto di riscaldamento decente.

Ci vivevamo in quattro ,nell'attesa che l'istituto autonomo delle case popolari ci assegnasse un alloggio più grande.

Sono nato nel 1962,in pieno boom economico…. ma anche boom di sofferenze e sacrifici per le famiglie di operai a cui la grande Milano dava lavoro.

Ricordo alcune cose di quella vita da bambino ancora ingenuo ma felice.

Una di queste fu quando, per la prima volta, vidi le lucciole


Vedere per la prima volta quegli strani animaletti ci incuriosì moltissimo.


.Quegli insettini che, con la loro lucina sulla coda,sembrano, nel buio delle notti estive, piccole barche di pescatori in un mare scuro in cerca di un approdo.


Li inseguivamo per catturarli ma niente ,non ci riuscivamo.

Fù così che qualcuno lanciò l'idea di catturarle adottando una tecnica particolare:

me l'aveva insegnata il Pepp, un milanesone

alto e robusto come una quercia che lavorava in catena alla INNOCENTI di Lambrate.


Questo trucchetto consisteva nell'avere a portata di mano un bicchiere e, sul palmo dell'altra mano libera , tenere dello zucchero.

Secondo il Luis era un'esca perfetta; sicuramente una lucciola si sarebbe avvicinata allo zucchero e..

zac il gioco era fatto.

Però il Ciccio, un pugliese che amava scherzare con tutti, sosteneva che invece dello zucchero si dovesse usare succo di limone.

Zucchero o limone, sta di fatto che di lucciole,quella sera, ne vidi tante ma nemmeno una si posò sul palmo della mia mano.

Non ricordo di essere rimasto deluso, ricordo però molto bene i visi sorridenti dei miei e delle persone nel cortile in quella calda serata estiva, ed il mio pensiero va ai grandi condomini dove spesso ci capita di incontrare persone che abitano con noi ma che non conosciamo e che a malapena salutiamo.


Dovrei proporlo al mio amministratore, una bella serata con le lucciole: chissà che a qualcuno non torni il sorriso.


3 commenti:

  1. Sono nato un pò dopo di te, ma ho fatto in tempo a vederle le lucciole. Quelle che volano, intendo.

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  2. io invece sono nata dopo di te. Confermo : le lucciole esistono e sono meravigliose.
    Ma non farei la proposta all'amministratore...

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  3. cioè, volevo dire prima di te
    eh eh l'età... problemi di connessione

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