"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

mercoledì 18 maggio 2011

Vacanza in Spagna

La prima vacanza con gli amici fu in Spagna. Eravamo io, Gino, Mimmo ed Emilio. Avevamo 18 anni. Io ero il solo ad avere una macchina. Mi era stata venduta da dei giostrai, si trattava di una macchinina dell'autoscontro, con sotto un motore elaborato di un tagliaerba, capace di raggiungere i 180 chilometri orari solo toccando il pedale dell'acceleratore. Aveva, oltre i due posti davanti, altri due sedili saldati dietro, ricavati da seggiolini del calcinculo. Quel gioiellino era munito di stereosette, collegato a delle casse acustiche da 300 watt di potenza. Se mettevo il volume a palla, la macchina si cappottava. Era una meraviglia, l'unico problema era che ogni tre chilometri bisognava infilare un gettone nella fessura.
All'alba del 13 agosto 1983 feci il giro delle case a recuperare i miei compagni di viaggio. I genitori piangevano, sventolavano fazzoletti bianchi come se partissimo per una missione suicida. Mia madre mi aveva dato da tenere in tasca la foto di Padre Pio, come portafortuna, la madre di Gino gli aveva fatto promettere dinanzi ad una statua della Madonna di due metri d'altezza che avrebbe dovuto chiamare ogni tre ore, il papà di Mimmo gli aveva infilato in tasca con fare complice una scatola di preservativi, che si tramandavano in famiglia da più di 4 generazioni, ancora intatta.
Finalmente eravamo tutti in macchina. La mamma di Emilio disse:
Mi raccomando, andate pia...”
Schiacciai l' accelleratore. In 12 secondi eravamo a 4 chilometri di distanza. Io al volante, Emilio di fianco a me infilava gettoni nella fessura a ritmo indiavolato, Gino e Mimmo aggrappati ai seggiolini, le gambe che svolazzavano in aria come bandierine.
Pochi minuti dopo eravamo al casello di Melegnano, fiamme alte tre metri uscivano ai lati della macchina, dalle casse acustiche le note della Carmina Burana frantumavano i vetri delle finestre a chilometri di distanza. Il casellante vedendoci arrivare pensò fosse giunto l'Armageddon e si diede alla fuga. Passammo sotto la sbarra senza fermarci, ad una velocità che superava di molto il muro del suono.
Dopo dieci minuti Emilio mi chiese di cambiare cassetta:
Basta con questa musica classica, ascoltiamo qualche cosa di italiano, di più divertente ”
Cosa vuoi sentire?” chiesi.
Ho portato Guccini!” Non ci diede il tempo di ribattere, aprì il suo borsone e tirò fuori Guccini,. Era un omone altro più di un metro e ottanta, con una folta barba. Iniziò a suonare alla chitarra le sue canzoni. Ogni volta che ne finiva una, dalla barba Guccini tirava fuori una bottiglia di Sangiovese e si faceva una bella sorsata. Dopo quattro canzoni era ubriaco fradicio. Lo abbandonammo in autostrada.
Avevamo una gran fame. Ci fermammo in un' autogrill vicino Montecarlo. Mimmo, che aveva comprato in edicola un corso di lingua Spagnola in127 fascicoli settimanali, e non vedeva l'ora di farci vedere quanto fosse bravo, disse :
Mi raccomando, fermiamoci massimo 10 minuti”.
Tranquillo” rispondemmo all'unisono.
Dopo tre ore Emilio era in coma etilico, io mi ero fidanzato con una cassiera ex campionessa provinciale di lotta greco romana, Mimmo aveva rubato dei giornaletti porno, si era chiuso nei bagni pubblici e non dava segni di vita, Gino aveva incontrato nel reparto insaccati una cantante d'operetta ed era pronto per partire con lei per una tournèe in Alsazia.
Per fortuna, Mimmo, uscito dal bagno pubblico dopo una full immersion a base di Jacula, Zora la vampira, Sukia e il Lando tre palle, anche se parecchio provato dalla esperienza, riuscì a portarci fuori da quel girone infernale, e potemmo ripartire.
Viaggiavamo oramai da parecchie ore, avevo guidato sempre io, e mi sentivo un po' stanco. Allacciati ai seggiolini dietro,Gino e Mimmo dormivano a bocca aperta, ingurgitando quantità enormi di moscerini. Mi voltai verso Emilio, che seduto al mio fianco, continuava ad infilare i gettoni a ritmi elevatissimi. Ansimava per lo sforzo, gli occhi sgranati per la concentrazione.
Come ti senti?” gli chiesi.
ALLA GRANDEEE!!” urlò lui, senza distogliere lo sguardo.
Vuoi fare cambio?”
SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”
Mi fermai in una piazzola di emergenza e ci scambiammo di posto.
Sei pronto?” gli chiesi, tenendo il gettone sospeso sopra la fessura.
ALLA GRANDEEE! VAIII!”
Feci scivolare il gettone nella fessura. Emilio schiacciò l'acceleratore a fondo, la macchina emise un ruggito agghiacciante,impennandosi come un cavallo imbizzarrito, mentre le ruote posteriori sgommavano sull'asfalto, producendo fumo nerastro. Mi voltai terrorizzato verso Emilio.
Lui mi rivolse un sorriso satanico, gli occhi inieittati di sangue.
ALLA GRANDEEE! VAIIIIIII!!” urlò, felice. Poi la macchina partì come un razzo, sfondò il guard-rail, e si inoltrò nella fitta vegetazione al lato dell'autostrada.

Fine prima parte.

2 commenti:

  1. ah ah ah !!!!!!!!!!!
    ah..spetto la seconda parte!

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  2. nn vedo l' ora della prossima parte per ridere ancora hahaha

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