"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

giovedì 20 ottobre 2011

ANCORA CINQUE MINUTI

Fa freddo oggi , siamo alla fine di Settembre ma quest'aria è proprio fredda.
Ecco,siamo arrivate; affondano sempre un po' le scarpe nella ghiaia sottile, un vialetto di ghiaia e di aghi di pino, odore di resina; trovano anche la voglia di tenere la siepe ben potata... tutta squadrata perfettamente, gli sarebbe piaciuta. Ecco le scale, la porta coi vetri che non si vede attraverso. Ci viene incontro il custode in divisa, ci dice che è un po' tardi, stanno chiudendo, li hanno già messi via... E' incredibile, devo pregare uno sconosciuto di lasciarmi vedere mio padre...
"Solo vedere pochi minuti vengo da Milano". E sia.
Mamma resta fuori nella sua bolla, non si rende ancora conto, con gli occhi bassi sembra contare gli aghi di pino.....
“ Mamma vado... poi torno..” quante cazzate si dicono quando non si sa cosa dire.
Attraverso un'altra porta, automatica questa volta, soffia e si chiude alle mie spalle. Siamo soli ora tu e io. Sei ancora piu magro dell'ultima volta. Ma dai! ti hanno arrotolato il rosario tra le dita.. saranno trenta anni che non entravi in chiesa, e questa volta ti tocca. Voglio accarezzarti la fronte, voglio darti un bacio proprio in cima alla fronte come facevi tu per non pungermi con la barba dura. Strano ti avevo immaginato più freddo, non sei freddo per niente, allora non ti avevano messo via. Oh cavolo è caduto il rosario, lo raccolgo non lo volevi eh! Oh mio Dio! hai gli occhi aperti! Sorvegliante!!! Aiuto!!! come cazzo si apre questa porta... hai girato la testa ho paura... mi sorridi...
"Sono proprio contento di vederti. Perchè stai là in fondo, vieni vicino dai, non avere paura, vieni vicino che non mi posso alzare.
"Chiamo qualcuno, non so, non è possibile."
"Hai paura di me? alzavo spesso la voce, è vero, ma non avrei fatto male a una mosca, lo sai: non ti ho mai dato neanche una sberla."
 "Pa' bastava uno sguardo"
"No, una te l'ho data,me la ricordo "
"Anche io me la ricordo, l'unica. Avevi risposto male a tua nonna ma non so più perchè "
"Non mi piaceva il latte e cacao come lo faceva lei, con i grumi, quello della mamma era piu buono"
"E tua madre dov'era ?"
 "Era in sanatorio a Sarzana da sei mesi"
"Sei mesi..... e ora dov'è? "
"E' qui fuori, non ce la fa ad entrare , la chiamo vado e poi torno"
"No resta. Ho avuto tanta paura di perderla allora, so cosa prova lei adesso, l'ho provato anche io. Tu c'eri , ma non ti vedevo neppure. Anche lei non ti vedrà per tanto tempo ancora. Il dolore rende ciechi. "
"Poi tu hai recuperato, non ho mai dubitato che mi volessi bene e poi guarda : ho le mani come le tue, grandi grandi, e so potare le piante, aggiustare una presa di corrente, cambiare la corda della tapparella, e in casa mia ho i cacciaviti in ordine dal più piccolo al più grande come facevi tu ".
"Si lo so, so tante cose di te, ti tenevo d'occhio."
"Come quando sei venuto a scuola con addosso la tuta blu della fabbrica, era mezzogiorno, la mamma aveva sicuramente messo in tavola gli spaghetti per te, e tu eri lì per vedere con che faccia uscivo dall'esame di maturità"
"Si era la prima volta che vedevo la tua scuola da dentro "
"Mi è preso un colpo quando ti ho visto, eri seduto sulla scalinata che va al primo piano, mi hai guardato di sbieco per paura di non vedermi felice e quando ho iniziato a sorridere hai sorriso anche tu, ti sei alzato, mi hai portato la borsa e siamo andati a casa".
"Ti tenevo d'occhio"
"Si mi piaceva"
"Si "
"Si"
Due sorrisi, un silenzio. Nella luce della porta soffiante riappare il custode sembra preoccupato
"Ho sentito gridare signora, si sente male?"
"No, no, è che non riuscivo ad aprire da dentro questa porta... volevo chiamare mia madre" e intanto vedo il tuo profilo fermo, freddo. mi avvicino, ti tolgo il rosario dalle mani e lo do al custode.
"Questo no, per favore, non lo avrebbe voluto" esco
"Mamma... fatto! é vero sai, dopo hanno i lineamenti distesi, non sembra neanche che abbia sofferto così tanto. Andiamo dai, prendimi sotto braccio che con la ghiaia si cammina male... ti tengo d'occhio sai." Iniziano tre viaggi ora: il tuo ha rumore di ruote d'acciaio e sportello che si chiude; il nostro di passi nella ghiaia e piccole cose di tutti i giorni che parlano di te ancora e ancora, la tavola apparecchiata con un posto vuoto dove nessuno riesce a sedersi, la mamma che dorme sempre nella sua parte di letto, i miei cacciavite in ordine e le siepi squadrate frammenti di te papà in ogni luogo della memoria.

pubblicato da
Nadia Del Frate

3 commenti:

  1. che bello Nadia, un racconto breve che riesce a regalarci la storia di una vita di famiglia.
    Grazie.
    MANU

    RispondiElimina
  2. Un racconto nel quale il sentimento si presenta in varie forme che configurano un'unica sostanza. Metaforicamente ci corri insieme, ci passeggi, ci balli, lo porti con te in un angolo molto privato, remoto e recondito. Non piangi mai, nel racconto, perchè non si piange durante un racconto, anche se si tratta di un "bel racconto". Lo si fa prima o dopo, in qualsiasi momento in cui la solitudine riesca a farsi libertà. La sostanza sei tu, col tuo desiderio(bisogno)di essere leggera. La farfalla è sensibile al tatto, al contatto, al dolore; molto sensibile. Il suo volo è lieve nel levarsi, perchè lieve sia ogni eventuale discesa. Leggera in volo, leggera nel cadere. Leggera nel dolore, quando la luce delle finestre di altri da sè è ancora accesa. Le luci si spengono e.... massì, piangi pure forte, stanotte. Poi la notte finisce e con essa finisce il pianto. E' di nuovo giorno e.... che spettacolo la vita! (Sei troppo forte)

    RispondiElimina