"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

mercoledì 2 novembre 2011

QUALCUNO IN CUI CREDERE



Negli ultimi giorni abbiamo letto analisi di tutti i generi su Matteo Renzi e i 100 punti del suo programma. Sappiamo anche del disappunto di Bersani. Renzi piace a molti ma non a tutti. Forse diverrà segretario del Pd, o forse no.

Alcune chiedono a gran voce un’altra manifestazione: non se ne può più e parrebbe che un’altra manifestazione potrebbe servire a qualcosa. A cosa? Mi chiedo.
Non riesco ad appassionarmi alla cronaca politica, vorrei ma proprio non ce la faccio.

Mi sento come quando anni fa in India mi trovai in mezzo ai monsoni, diluvio e fango che mi portava via, nessun appiglio, quintali di acqua sulla testa: tentai di aprire un ombrellino che fu subito spazzato via e io mi sentii stupida per avere opposto uno strumento così ridicolo alla forza della natura.
Il mondo precipita, la crescita continua non ci sarà più, la gente nel sud del mondo continua a morire di fame, i ghiacciai si sciolgono, il riscaldamento terrestre non trova soluzione, gli esseri umani non trovano senso: e noi apriamo gli ombrellini? E’ un altro il cambiamento che attendiamo, che vorremmo e per cui stiamo in tante e tanti lavorando.

C’è una differenza di genere nella percezione di come sarà il futuro? Talvolta mi pare di sì. Senza generalizzare mi pare che le donne in ascolto e capaci di agire il femminile, percepiscano che il cambiamento sarà altro rispetto a eleggere un candidato A o B. Donne che silenziosamente producono modificazioni impercettibili, movimenti carsici, lenti ma che smuovono le montagne. Non si percepisce nulla e d’un tratto la montagna non è più dov’era. Donne con il fiuto raffinato da anni di allenamento percettivo e pazienti perché sanno che la posta in gioco è alta.

Ha bisogno di qualcuno o qualcosa in cui credere subito, senza aver riflettuto, senza averci pensato sopra almeno qualche giorno, e pensava di averlo trovato in Renzi? Ha bisogno di riposarsi e credere, smettendo di pensare? È per questo che si arrabbia tanto con me?“.
Così chiedeva Giovanna Cosenza a un lettore che si diceva spazientito dall’analisi del programma di Renzi che leggeva  sul suo blog Disambiguando.

E così, stanchi e impauriti, vogliamo credere che Qualcuno ci salverà, ci toglierà d’impiccio, si occuperà di noi. Ci siamo disabituati a pensare e a riflettere e ad avere in mano le nostre vite che da tempo deleghiamo ad altri. Chi ci chiede di riflettere spesso ci infastidisce e privilegiamo i venditori di promesse facili.
“Ha bisogno di qualcuno o qualcosa in cui credere subito senza avere riflettuto, senza averci pensato?”
Credo si potrebbe cominciare da qui, partire da questa domanda.





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