"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

venerdì 11 novembre 2011

Mamma



Riagganciò la cornetta con una lentezza catatonica.

Le parole della conversazione le si accavallavano nella mente e le impedivano di capire cosa fosse successo, cosa avesse sentito e cosa provasse in quel momento.

Provò a ricostruire con distacco gli eventi.

Tutto.

Dall'inizio

Come in un film.

Lo squillo l'aveva sorpresa in cucina, davanti alla finestra, con una tazza di caffè in mano, a godersi il suo quotidiano momento di pace, solitudine e tranquillità prima che la casa si risvegliasse.

Era sua sorella al telefono:

“Sonia, la mamma è morta”

“Ha avuto un infarto, l'abbiamo trovata in bagno. Mi dispiace dovertelo dire così ma vivi dall'altra parte del mondo e poi tu e la mamma non vi parlavate da anni. ..

Stop.

LA MAMMA è MORTA

MIA MAMMA è MORTA

e adesso ? Cosa ne avrebbe fatto di tutto l'odio che provava?

Di colpo si sentiva svuotata, la sua rabbia era stata la sua forza. Era riuscita a trovare il coraggio per lasciare tutto e tutte le persona a cui voleva bene. Mettere km e km tra lei e la donna che l'aveva messa al mondo era stato l'unico modo per tagliare quel cordone malato che ancora le univa.

All'improvviso sentì il bisogno di rivedere il volto di sua madre, corse al cassetto dove teneva le foto le rovesciò per terra e si mise a cercare una sua foto. Non ne aveva neppure una

Con gli occhi pieni di lacrime si affannò alla ricerca di un ricordo, anche uno solo, di lei e sua madre insieme e felici.

“Ti prego, ti prego, ti prego” si ripeteva”almeno un bacio, una carezza, una parola gentile ci dev'essere stato”

Non trovò nulla.

Quando era piccola si chiedeva spesso perchè sua madre non l'amasse.

“Forse è perchè sono cattiva, o perchè sono brutta....o forse mi hanno adottato”

Piano piano aveva imparato a non aspettarsi più niente da lei e il suo affetto di figlia si era raffreddato, fino quasi a congelarsi in un grumo di ghiaccio al centro del suo cuore.

Si era abituata,

l'essere umano si abitua a tutto.

Anche a stare bene.

Si ritrovò fra le mani le foto dei suoi bambini, faccine contente che le sorridevano, bimbi sereni sicuri di essere amati. In altre ritrovò se stessa, serena circondata dalle persone che le volevano bene.

La bambina triste della sua infanzia non c'era più. Allontanandosi da sua madre si era creata una nuova vita, libera dalle sofferenze del passato.. Se sua madre fosse stata diversa probabilmente non sarebbe mai partita e non avrebbe trovato il suo posto.

“Bè mamma almeno di questo ti devo ringraziare"

Si asciugò le lacrime con la manica della vestaglia e tornò in cucina a bersi il caffè ormai freddo.

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