"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

martedì 29 novembre 2011

l'invettiva di Alfredo

Mi chiamo Alfredo, ve l'ho avevo già detto?
Ora ho trentacinque anni ma non sono qui per parlarvi del mio ''adesso''. Vi voglio parlare della mia infanzia, o meglio di quello che voi rappresentate nel capitolo infanzia.
A quei tempi la mia vita era simile a quella di quei squallidi film giapponesi horror, dove il ricordo di qualcosa che ti è avvenuto in passato ti fa rimanere attacato al mondo.
Un capitolo che sarebbe dovuto essere nero; tengo a sottolineare ''sarebbe dovuto'' ma che per voi non è stato così.
Sognavo un robot di metallo o un supereroe che mi salvasse da quel capitolo buio, ero un bambino, pensavo solo a giocare e non pensavo alla morte.
Ora ho trentacinque anni, come vi ho detto prima, e onestamente, il pensiero della morte non mi tocca più.
Tutti nella vita attraversano un capitolo buio ma il mio fu diverso: la sensazione del fango addosso, la solitudine, la sensazione di essere chiuso in una colonna di cemento e terra che tutti voi avete provato per me è stata diversa.
E io in quella situazione speravo che qualcuno mi tendesse la mano, volevo che i miei eroi di infanzia fossero lì con me ma non c'erano.
Ero solo in quel baratro. Voi potete dire " Ma pensa ai poveri bambini africani, loro si che stanno male'' o " Ma di che ti lamenti ora?''.
Come dicevo prima mi lamento ora perché è tutto finito, ed allora non capivo e non potevo lamentarmi.
Torniamo alla parte importante, quello che voi foste per me a quell'epoca.
Per me a quell'epoca eravate solo una voce lontana, ipocrita, debole.
Sentivo il presidente e i ministri che si dicevano indignati, il papa che diceva di pregare e quel rumore metallico che fanno le telecamere quando vengo montate sul set.
Sentivo un sindaco che si scusava della città di merda che non poteva e non voleve cambiare e i soldi che gli portavano quelle voci. Voi per me eravate solo rumori in lontananza.
E io non le capivo quelle voci. Erano parole troppo difficili per un bambino. E io nella mia testa, che fino a pochi giorni fa era abituata solo a pensare al gioco, proprio non le capivo.
Volevo solo che un supereroe venisse a farmi compagnia. Punto.
Ma voi parlavate, parlavate e parlavete.
Un giorno l'uomo ragno venne davvero da me. Mi allungò la ragnatela ma nel farlo mi ruppe un braccio (è sempre stato un eroe distratto, per questo mi piaceva) e mi fece sentire ancora più a fondo in quella poltiglia.
No, questa non è una metafora.
Io ero davvero sul fondo di un buco. Il mio capitolo nero è avvenuto davvero in un luogo scuro. Ero li sul fondo, di un pozzo e voi ad arricchirvi parlando di me. La vostra finta solidarietà finita sui giornali e alla televisione, una viaggio verso il mio paese solo per dire ''io c'ero''. Mi avete dato una fama che non volevo e mi avete illuso che un robot con la sua enorme manona mi avrebbe salvato, che spiderman era li con me.
Le vostre erano solo voci. Voi eravate parte della causa del mio capitolo nero.
Ed ora?
Facevo audience e mi avete messo sotto i riflettori, e dopo di me Tommy, Sara e tutti gli altri.
E siamo tutti qui.
Il nostro ricordo tipico da film horror giapponese che fa rimanere il protagonista attaccato alla vita. Un ricordo che ci vogliamo togliere di dosso.
Ci avete dato la fama, noi vogliamo la vostra vergogna. Siete stati sciacalli, ci avete usato, io sono stato il primo e, se volete ricordateci tutti, ma smettetela di usarci. Non vogiamo più sentirci legati a questa terra da questo tipo di ricordo. Eravamo bambini, non animali in uno zoo.


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