"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

mercoledì 2 marzo 2011

Anche i poeti uccidono: Corso di laurea per omicidi e affini, poeti e pistoleri di Victor Gischler

I personaggi di Victor Gischler sono degli impiastri anche perché ognuno di loro conduce una vita, ma ne sogna un'altra. Fin qui, niente di straordinario, lo scopo tutto sommato è semplice come dice uno di loro: "Se il campo è libero, arraffare una fetta di vita masticarla in tutta fretta e tornare di corsa dentro la tana. Un po' alla volta, ripeto, quando il campo è libero". Però capita un po' per coincidenza, un po' perché i guai non vengono da soli che nel campus dell'Eastern Oklahoma University, dove i poeti più che uccidere tirano a campare, convergono le ambizioni, i sotterfugi, i regolamenti di conti di una dozzina di squinternati, dalla banda di trafficanti afroamericani ai corrispettivi redneck, dallo sceriffo locale al detective privato senza speranza. La logica per tutti, da quelli che tengono il dito sempre sul grilletto a quelli che non riescono a stare lontani dal mirino è soltanto una: trovare un'idea, anche pessima purché sia un'idea, come dice uno di loro, per arrivare interi alla fine della giornata. Poeti e pistoleri, che ad un certo punto concidono, e
 sono d'accordo sul fatto che "le sensazioni, l'intuito, sono tutto quello che abbiamo. Cambiarle, quindi, è come modificare la realtà" e basandosi su questa formula empirica cercano di salvare il salvabile. E' vero, posizioni e obiettivi sono molto differenti: se il professor Morgan avesse voluto mantenere il suo posto all'università, avrebbe dovuto tenersi lontano da certi giochini pericolosi. La raffica di colpi di scena, pura adrenalina dall'inizio alla fine, comincia con il cadavere di Annie Walsh, studentessa che ha avuto la pessima idea di morire di overdose a casa del suo professore Jay Morgan. E' attorno a questo poeta inaridito dalla vita e dall'università che gira impazzita una giostra di omicidi che Victor Gischler fissa con occhio di riguardo per l'inquadratura delle immagini (come se fosse un film o un fumetto) e con il gusto dello sberleffo, una storia pirotecnica. Meriterebbe un premio solo per la descrizione dei consunti luoghi comuni universitari, ma il vero divertimento è incollarsi alla prima pagina e non staccarsi più fino alla fine.

Victor Gischler
Anche i poeti uccidono
Ed: Meridiano Zero

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