"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

venerdì 22 luglio 2011

MESSER FANCULO


MESSER FANCULO

di Jonny Rodary




Lo chiamano tutti Messer Fanculo
 perché mette il fanculo (come bocca di rosa)
mette il fanculo sopra ogni cosa:
non sa fare granché, solo ‘sta roba un po’ demodè.
Ma lui lo dice come un poema:
arrivan, per sentirlo, arrivan fin da Crema.
Crema Cremona o giù di lì:
lui dice fanculo a tutti i dì.
Da lui vengono in processione
dal meno imbecille al più coglione.
Dal medico di base al farmacista
lo prescrivono tutti, una cosa mai vista;
perché chiunque prima o dopo
ha bisogno di un fanculo detto a d’uopo.

Sei arrabbiato, triste, un po’ così?
Hai litigato divorziato stuprato ammazzato…
O forse ti sei solo dimenticato?
Messer Fanculo fa al caso tuo.
Ti presenti al suo cospetto, lui ti guarda con rispetto:
prende la mira, ci va giù duro,
ti guarda negli occhi e dice: ma vaffanculo.
Ma vaffanculo.
Ma vaffanculo.
Ma vaffanculo.
Mentre lo ascolti, ti senti morire.
Ti odia, ti squarta, la sua voce non fa dormire.
Ma è solo un istante, un istante appena;
nessuno te lo ha mai detto così bene.
E hai la certezza,
la certezza assoluta che lo dice a te:
e questo ti aiuta.
Lo dice con cura, preciso e spietato,
gridato sussurrato o cantato;
quello che pensi è che te lo sei meritato.
Dopo il fanculo la gioia è tanta:
paghi in contanti, sono cinquanta.



Una volta mio zio ci ha portato la cugina:
per una casa da dividere tra il salotto e la cucina
non trovavano l’accordo, la quadra, il benestare.
Per lignaggio mio zio non è volgare,
non ha avuto il coraggio di mandarla a cagare:
l’ha portata dal messer e in un momento
la cugina s’è beccata un fanculo di cemento.
Un signore di Turbigo ci ha portato
il capo, figo, che voleva aver ragione
senza chiedere mai scusa;
dopo il rutto del fanculo adesso ascolta e fa le fusa.
E così in ogni dove, in ogni reame castello o regione
trovi qualcuno che ti ci porta
e ti recapita un bel fanculone.

Da dove veniva, Messer Fanculo,
qual era la sua storia e il suo destino buio?
Dicevan che fosse un supereroe,
un genio della lampada o un avvocato.
Un giorno la sua moto non fece la curva
e questo ancora oggi lo disturba.
Mentre lo racconta, guarda lontano e dice tutto scuro:
“quella cazzo di curva… ma vaffanculo.”
Gli era rimasto un fanculo incastrato
tra la bocca e i denti si era impigliato.
Tra gli l’alba e la notte lo dice a tutte le ore,
lo dice di continuo per lavare il dolore.

Signore e signori, ecco la verità:
Messer Fanculo è il mio papà.
Capirete, come figlia,
quanta per me sia la meraviglia.
Ad avere un simile genitore si prova un onore
(o forse un dolore).
E’ un uomo solo, triste e stanco
ma non ha neppure un capello bianco.
La sera lo metto a dormire, non ce la fa più:
oramai dice fanculo anche a testa in giù.
E mentre lo corico, lo poso sul letto,
guarda anche me col suo fare maledetto…
Ma poi s‘addolcisce,
non mi carica di botte,
e invece del fanculo
mi dice “buona notte”.

Ma vaffanculo.
Buona notte.

1 commento:

  1. Che personaggio! Da conoscere, ovviamente accettando il rischio annesso...
    Manca...il curvone,e soprattutto manca la tua interpretazione, che però io ricordo benissimo
    Grazie Luca
    ciao
    Aurora

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