"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

venerdì 8 febbraio 2013

rami spezzati

L'uomo aprì la porta del rifugio ed entrò veloce, riparandosi dalla pioggia. Si sfilò la pesante giacca attaccandola a un chiodo, poi si tolse il cappello e gli stivali, appoggiandoli vicino al camino acceso. Protese le mani verso le fiamme, osservando i ceppi di legno consumarsi. Dopo un paio di minuti si spostò vicino al tavolo, lasciandosi cadere sulla sedia.
Il figlio, seduto di fronte a lui, gli porse un bicchiere colmo di whisky.
L'uomo bevve lentamente, godendo della sensazione di calore che si diffondeva nelle ossa. Il figlio, identico al padre se non per qualche capello bianco in meno, gli versò un'altra razione di whisky , quindi si riempì anche il suo bicchiere, quasi sino all'orlo.
Le previsioni?” chiese il padre.
Domani ancora pioggia. E freddo”
Quanto?”
Come oggi.”
Il padre bestemmiò tra i denti, pensando al lavoro da fare, e che non si sarebbe fatto. Alle sue spalle la finestra cigolò sotto la furia del vento. I rami degli alberi si spezzavano e cadevano, ingoiati dalla notte.
Il figlio interruppe i suoi pensieri con una frase. Il padre ne percepì il suono senza capirne il senso. Osservò suo figlio portarsi il bicchiere alle labbra e bere a rapidi sorsi il liquore, per poi posare delicatamente il bicchiere sul tavolo, stringendolo con le mani, come a non farlo fuggire.
Cosa hai detto?” gli chiese.
Ho detto che finito il lavoro qui, io non torno a casa. Vado via.”
Ma tua madre...”
Mi trasferisco in città. E' meglio per tutti.”
Il padre si alzò dalla sedia e andò ad osservare il tempo fuori dalla finestra. Le foglie mulinavano nel vento come falene impazzite, con la pioggia che inutilmente cercava di inchiodarle a terra. Un ramo colpì il vetro con un tonfo secco. il padre sobbalzò indietro coprendosi il volto. Il vetro non si ruppe, si incrinò, disegnando la tela irregolare di un ragno, con al centro il ramo spezzato incastrato. Rimase lì, ondeggiando, per una manciata di secondi, quindi rotolò via, nel buio.
Aveva fame. Andò alla dispensa e tirò fuori un pezzo di carne di manzo affumicato, prese un coltello e la incise in profondità, scendendo sino a quando la lama non toccò il tagliere. Una fetta cadde di lato. L'uomo fisso quella carne adagiata sul piano della cucina, seguendo con gli occhi i percorsi delle venature di grasso. Pose un grosso tegame sul fuoco e ci adagiò la carne.
Hai fame?” chiese al figlio, senza voltarsi.
Si”
il padre tagliò un altra fetta e la pose dentro il tegame, mentre il figlio apparecchiava la tavola con due piatti e le posate. Il padre portò la padella in tavola e servì la carne, si sedette e iniziò a tagliarla con calma.
Dove andrai a stare?” disse, con gli occhi puntati sul coltello e sulla forchetta.
Per un po' andrò a vivere a casa di Steven, poi vedrò di sistemarmi”
Il padre tagliò un pezzo di carne, lo portò alla bocca e iniziò a masticare lentamente. Era buona. Lui e suo figlio avevano macellato insieme il manzo, pochi giorni prima. Un lavoro duro, eseguito dopo una giornata a spaccarsi la schiena con l'accetta a tirare giù alberi. Eppure il suo ragazzo non si era lamentato. Non lo faceva mai.
Steven non è un tuo amico, vero?”domandò.
Il figlio guardò il padre negli occhi: “No, papà, non è solo un mio amico.” rispose.
Il padre annuì, quindi ripresero a mangiare. In tavola mancava il vino, il padre si alzò e andò a recuperare la bottiglia in dispensa. Tornò indietro, appoggiò una mano sulle spalle del figlio dandogli una leggera pacca, si sedette e versò da bere a tutti e due.

LEGGI LA VERSIONE ALTERNATIVA 
 http://fondazionerosewater.blogspot.it/2013/02/rami-spezzati-versione-alternativa.html

1 commento:

  1. E' un racconto che mi commuove proprio per la pacatezza di questo padre, un uomo semplice, rude, di poche parole, eppure capace di comunicare con i gesti un grande amore e un totale rispetto per suo figlio, quali che siano le sue scelte. Bello come è scritto, bello il messaggio che porta, bello lo stile scarno che rende il contenuto ancora più intenso e graffiante. Bravo!!!

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