"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

venerdì 15 febbraio 2013

Comica Finale di Kurt Vonnegut

[Mia sorella Alice] passò il suo ultimo giorno in ospedale. I dottori e le infermiere dissero che poteva fumare e bere quanto le pareva, e mangiare tutto quello che voleva.
Io e mio fratello andammo a trovarla. Faceva fatica a respirare. [...] Tossì. Rise. Disse un paio di barzellette che non ricordo più. Poi ci mandò via. "Non voltatevi indietro" disse.
Così non ci voltammo.
Morì più o meno [...] un'ora dopo il calar del sole.
E la sua sarebbe stata una morte trascurabile, statisticamente, se non fosse per un particolare che è questo: suo marito, James Carmalt Adams, energico direttore di un giornale di settore per gli addetti agli acquisti, che compilava in un cubicolo di Wall Street, era morto due mattine prima sul "Brokers Special", lo "straordinario degli agenti di borsa", l'unico treno nella storia delle ferrovie americane che si sia buttato giù da un ponte girevole aperto.
Pensateci su.
Tutto questo è realmente accaduto.
Bernard ed io non parlammo con Alice di quello che era successo a suo marito, che avrebbe dovuto occuparsi dei bambini dopo la sua morte, ma lei venne a saperlo comunque. Una paziente della clinica le diede una copia del "Daily News" di New York. Il titolo della prima pagina era sul tuffo del treno. Sì, e dentro c'era un elenco dei morti e dei dispersi.
Poiché Alice non aveva mai ricevuto un'istruzione religiosa, e poiché aveva condotto una vita irreprensibile, non pensò mai che la sua disavventura fosse qualcosa di diverso da uno dei tanti incidenti che capitano in un posto molto trafficato.
Buon per lei.
[...]
Io e mio fratello avevamo già preso il suo posto. Dopo la sua morte i tre figli più grandi, che avevano un' età tra gli otto e i quattordici anni, tennero una riunione alla quale non furono ammessi gli adulti. Quando uscirono ci chiesero di rispettare due sole condizioni: che i tre fratelli non fossero separati, e che potessero tenere i due cani. Il più piccolo, che non prese parte alla riunione, era un bebè di un anno o giù di lì.
Da allora in poi i tre figli più grandi furono allevati da me e da mia moglie, Jane Cox Vonnegut, insieme ai nostri tre, a Cape Cod. II bebè, che visse con noi per qualche tempo, fu adottato da un primo cugino del padre, che adesso fa il giudice a Birmingham, Alabama.
Così sia.
I tre più grandi tennero i loro cani.
Ora ricordo quello che uno dei [tre] [...], che si chiama Kurt come mio padre e come me, mi chiese mentre viaggiavamo in automobile dal New Jersey a Cape Cod con i due cani sui sedili posteriori. Aveva circa otto anni.
Si viaggiava da sud a nord, perciò il posto dove stavamo andando per lui era "lassù". Eravamo noi due soli. I suoi fratelli ci avevano preceduto.
"Sono simpatici i ragazzi lassù?" chiese.
"Sì, certo" risposi.
Ora fa il pilota per una compagnia aerea.
Ora sono tutti molto diversi dai bambini che erano.
Uno di essi alleva capre sulla cima di un monte giamaicano.
Ha fatto in modo che si avverasse uno dei sogni di nostra sorella: vivere lontano dalla follia della città, con gli animali per amici. Non ha il telefono né l'elettricità.
Dipende totalmente dalla pioggia. È un uomo rovinato se non piove.
I due cani sono morti di vecchiaia. Mi rotolavo con loro sui tappeti per ore di seguito, finché non li avevo stracciati.
Sì, e i figli di nostra sorella sono oggi molto schietti a proposito di una storia un po' inquietante che una volta li preoccupava non poco: il fatto che non riescono a trovare la madre o il padre nei loro ricordi, in nessuno dei loro ricordi.
L'allevatore di capre, che si chiama James Carmalt Adams jr., me ne ha parlato in questi termini, battendosi la fronte con la punta delle dita: "Non è il museo che dovrebbe essere".
I musei nella testa dei bambini, secondo me, si vuotano automaticamente nel momento in cui l'orrore raggiunge il punto massimo


 Kurt Vonnegut , da Comica finale, Elèuthera, 1990, traduzione di Vincenzo Mantovani

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