"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

mercoledì 20 febbraio 2013

BOLLE

  
                                                                   


Quando riaprì gli occhi la stanza era completamente al buio.

Non ricordava di avere spento la luce; il televisore, però,ancora acceso, ne rimandava 
una  bluastra e un pò sinistra.

Anche quella notte il televenditore cercava di convincere improbabili compratori notturni a chiamare  un numero che scorreva in sovrimpressione.

Dalle persiane filtravano, obliquamente, lame di luce che proiettavano sul pavimento l'ombra di un tavolo e di una sedia.

Nel sonno gli si erano scoperti i piedi e  per sistemarsi  la coperta gli cadde  il cellulare con un tonfo sordo che lo indispettì e imprecando si alzò.

 Tra mugugni e passi incerti si avvicinò al tavolo sul quale lo aspettava una bottiglia.

La prese e vi si attaccò fino a che non finì l'ultimo goccio di quel liquido che, da settimane, lo stava intorpidendo .

Da quando Claudia l'aveva lasciato Giampaolo passava le sue serate sempre allo stesso modo:
sdraiato sul divano, facendosi un pò di compagnia con  qualche programma televisivo e numerosi sorsi di quel sonnifero alcolico che inevitabilmente lo accompagnavano fino a che non si addormentava .

In quel sonno artificiale Giampaolo, tutte le notti,faceva un sogno.

Sognava Claudia che gli correva incontro e con un lungo abbraccio lo baciava.
In quel sogno Claudia indossava sempre un vestito a righe
blu ,viola e rosa.
Aveva folti capelli rossi e occhi azzurri.
Il viso sempre ben truccato e le dita  smaltate.
Un corpo esile ed un volto da ragazzina.

 Gli ricordava quando da bambino immergeva una cannuccia di plastica in acqua e sapone e soffiando faceva volare coloratissime bolle che si facevano inseguire per alcuni secondi, tanto duravano.

Ecco,per Giampaolo, Claudia era come una bolla di sapone.
Coloratissima e sfuggente.

" Bollicina" la salutava nel sogno.
Era il nomignolo che le aveva dato nella realtà proprio per quel motivo.
" Sei come una bolla di sapone. Non ti fai mai prendere,mi sfuggi sempre.
Quando penso di averti conquistata  tu te ne vai."

Questo ,spesso, le diceva.
 Un giorno  Claudia se ne andò e non tornò  più.

Giampaolo guardò la bottiglia.
Barcollando la avvicinò al viso come per osservarne meglio il contenuto e vi scorse il volto sorridente di Claudia.
" Bollicina " disse rivolgendosi alla bottiglia e stringendola con forza la baciò.
" Non mi riconosci ?"chiese Giampaolo dopo avere sentito la fredda indifferenza del vetro.
Lasciò cadere la bottiglia .
A tentoni, nel buio, riuscì ad aprire un cassetto nel mobile della cucina dal quale tirò fuori un oggetto metallico che  Giampaolo non capì cosa fosse; però,forse ,era quello che stava cercando quindi,con passi lenti, si diresse verso il bagno.

Non accese la luce,non serviva,per quel che aveva in mente di fare.
Si reggeva in piedi a fatica ma riuscì a coricarsi dentro la vasca .
A dispetto del suo stato,però,con lucidità si sistemò, come se si preparasse per un lungo sonno.
Fece un lungo respiro e dopo pochi secondi un liquido caldo e denso stava avvolgendo le sue mani.
Intanto Giampaolo sorrideva e dalla sua mente uscivano mille pensieri colorati, 
mille bolle di sapone col volto di  Claudia.

Chiuse gli occhi ,reclinò il capo da un lato,le bolle svanirono….
e con loro, Giampaolo.



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