"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

sabato 21 aprile 2012

Il fratello ingombrante


Il fratello ingombrante

"Ci vai tu stamattina?" "perché?" "Dai vacci tu Luca...io ho sonno, voglio dormire"
"Si ma è l'ultima volta hai capito?!"Sono stufo ok? hai capito cretino?"
"Ma si va bene, dai non rompermi le scatole che ho voglia di dormire".
Luca e Pietro sono due fratelli gemelli, la madre non se ne aspettava due di figli, ma l’ecografia non c’era ancora.
Quando arrivarono in ospedale era pronta per la sala parto, non c'era d'aspettare neppure un minuto.
Una spinta poi un'altra, una gomitata sul pancione, un urlo e un pianto, Luca apparve sulla scena di questo mondo.
Ad un tratto il dottore richiamò l'ostetrica, gli altri infermieri e disse " ce n'e' un altro, signora!”.
Cresciuti, Luca e Pietro si divertivano molto, sapendo di essere  identici  facevano scherzi agli amici, anche alla portinaia, e poi una volta grandi, se capitava l'occasione si scambiavano le ragazze andando all'appuntamento dell'altro.
Giocando sull’aspetto fisico identico: uno le seduceva  e  poi le passava all’altro, che le faceva innamorare. Loro non si rendevano conto dello scambio di persona, oppure prendevano  la dolcezza dell'uno e la fermezza dell'altro.
L'ultima che avevano pensato e che credevano fosse un'idea geniale, era quella di  avere un posto di lavoro condiviso, anche se lo stipendio era scarso , perché era  fratto due.
Non era sempre andata benissimo, ma ci avevano preso gusto, questo senso di vivere con un clone di sé stessi gli donava un po’ il dono dell’ubiquità, di potersi eclissare dalle situazioni che volevano evitare, dalle persone che volevano dimenticare.
Luca quella mattina come al solito si mise le lenti a contatto ed uscì di casa arrabbiato.
Lui era miope e Pietro no.
Pietro si rimise a dormire profondamente.
I dipendenti di quel negozio avevano Pietro e Luca come capo, anzi l'unico capo che pensavano di avere era un uomo malato di qualche strana psicosI, una specie di schizofrenia.
 Luca era mite serio e affidabile, uno a cui potevi raccontare quelli che volevi senza sentirti giudicato.
Pietro era più impulsivo, arrogante, sicuro di sé e libertino , non dava alcuna confidenza ai suoi collaboratori.
I due erano complementari ,  uno sviluppava  con scrupolo le idee, l’altro riusciva a proporre e a imporre; uno curava  la parte formale dei rapporti, l’altro la parte mondana.
Nessuno però si era mai accorto di nulla perché  all'apparenza erano identici, alti uguali, robusti,  capelli castani e occhi castani, denti un po’  storti e pizzetto per smagrire il faccione.
Quella mattina Luca esce dal portone e sente l’aria tiepida che lo accarezza e l’arrabbiatura passa, l'umore sale, allora entra nel box, spolvera bene la sua Honda nera si siede e sente il motore che ancora è ruggente.
Fa una curva e poi un bel rettilineo, ma ad un tratto gli attraversa la strada  un cane che si ferma di colpo forse spaventato per  il  rumore.
Caaaa..zo pensa Luca! Non vuole investirlo ma non vuole neppure cadere o schiantarsi contro la macchina che sta arrivando dall'altra parte..così istintivamente suona il clacson ma non cambia nulla, il cane è come paralizzato.Sterza con forza, lo evita ma sbatte contro il marciapiede; per effetto dell’urto sbalza giù dalla moto e cade. Si rialza pensando che era andata benone,  ma si accorge subito che le lenti sono cadute per terra e lui non è in grado di recuperarle.
 “Senta” rivolgendosi alla prima persona che si era avvicinata a lui e della quale intravedeva appena la sagoma , " Io ora metto la moto qui al sicuro e lei gentilmente mi dà un passaggio al lavoro? Sa sono già in ritardo"
Entra in negozio camminando con un passo lentissimo, cercando di non urtare oggetti piccoli che non avrebbe mai visto; e questa insicurezza lo fa sentire fragile come non gli era mai successo.
I dipendenti del negozio cominciano a parlottare tra loro "ma cos'ha oggi il capo?
Ha qualcosa che non vuole dirci che sta cercando di nascondere…
Luca è agitato “Devo andare in bagno, so che mi devo alzare e andare da quella parte, ma porca zozza proprio oggi nooooo”
Si dirige verso il bagno cercando di camminare con scioltezza, ogni passo è misurato, finalmente entra, ma non distingue il water dal bidè .Situazione tragicomica.
Avverte in fretta di aver fatto un errore, Disperato si riveste esce dal bagno con la fronte ghiacciata, chiama un ragazzo e gli dice "guarda che un cliente in  bagno  ha fatto un disastro.”
Luca capisce che la situazione è insostenibile e con la scusa di avere uno strano e improvviso problema agli occhi si defila dal negozio. Chiama un taxi e raggiunge casa.
Nel negozio ha lasciato un clima di confusione..ma  ce n’è tanta è anche nella sua testa.
Sente che  non  più accettare di vivere la sua vita in simbiosi con il fratello.
Pensa  che  recentemente  si era  innamorato  di una donna,  ma ha avuto  paura a confessarlo, perché lei in realtà  era stata sedotta da Pietro ,  esuberante , che  la  sapeva  gestire meglio e in maniera più sicura, senza amore.
“Non  ho una vita mia, devo  cercarla  o mi ammalerò”.
Si alza e va a vedere Pietro  che forse dorme ancora.
Pietrooo chiama Luca ma non risponde nessuno, perché non c’e’ nessuno in casa.
In  camera di Pietro la finestra è spalancata…”chissà perché l’ha lasciata aperta, fa un freddo polare oggi”.
Sul  letto Luca si accorge di un foglio strappato dall’agenda della cucina e legge:
“Caro Luca penso che la nostra vita sia diventata  caos, ci stiamo allontanando sempre più, non danziamo più con perfetto sincronismo  come è stato per tanto tempo”
A volte ci sembra tutto così eccitante a volte invece ogni cosa rallenta.
Perdiamo le nostre personali occasioni, non trovo il mio umore, è come se fosse sempre misto al tuo e forse ho perso la mia identità, ti lascio solo ma ti regalo l’occasione per ritrovarti o per trovarti, finalmente.
Tuo fratello Pietro”.


Manuela



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