"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

giovedì 21 aprile 2011

COLLA

“L'Aquila, 2 apr. - Gli agenti della squadra Volante della Questura dell'Aquila hanno fermato nel pomeriggio una donna romena di 23 anni con l'accusa di furto. La giovane e' accusata di aver rubato nel corso di vari incursioni qualcosa come 10 mila euro di sola colla "Attack" nel negozio "Brico Io" nelle vicinanze della stazione ferroviaria. Quando gli agenti hanno fermato la romena di 23 anni, nascosti sotto la gonna, aveva tubetti di colla per un importo di 600 euro”

Sono l’ispettore Floragani di Chieti e fra tutte le notizie lette in queste prime ore della giornata questa è la sola ad avermi distratto dalla noia perenne che affligge la mia lettura mattutina dei quotidiani. Indagheremo ma chiedo al mio intuito perché una giovane donna romena debba rubare tutti quei tubetti di colla Attack?!

Non trovate sia bizzarra come cosa? Io moltissimo. Sono abituata alle peggiori manifestazioni che l’animo umano possa creare, credetemi, anche alle più improbabili, ma questa ragazza…bah.

Tra poco inizia l’interrogatorio e vedremo di capire un po’ meglio con chi abbiamo a che fare.

Prego Eva , si accomodi. Vuole dell’acqua? Mi chiede del succo di mela. Cominciamo bene!

Non lo abbiamo il succo di mela in questura. Al massimo della coca cola. Un largo sorriso si fa spazio ed illumina il volto della ragazza. Pare molto più giovane dei suoi anni.

Porta un gonnellone a fiori ed una maglietta a righe gialle e nere. Sarebbe un ottimo bersaglio per uno sciame d’api. Delle scarpette di tela colorata come la tshirt.

E’ arrivata qui da bambina, con la madre. Il padre è da qualche parte da sempre mai dalla sua però. Abita in una casa popolare. Solite storie di ordinaria precarietà di vita.

Eppure nel suo sguardo c’è una tale serenità da non lasciare indifferenti, gentile sorridente e come dire….primaverile! Sprizza pulizia d’animo, profumo di pulito.

Le chiedo perché mai tutti quei tubetti di Attack? Mi fa un sorriso e mi dice che da quando ha conosciuto Marco, nel parco dell’università dove lei lavora come addetta alle pulizie, è il minimo che possa fare per ricambiare. Lui con me è stato come un fratello. A volte facevamo colazione insieme nel bar davanti al parco.

Mi parlava dei suoi sogni, della costruzione di un villaggio in Bolivia che fosse un esempio di architettura sostenibile per il mondo intero. Marco deve in qualche modo andare avanti nell’opera iniziata . Lui è un artista. Si sta per laureare, poi partirà e dice, se le cose andranno bene, che potrò raggiungerlo ed aiutarlo con quello che so fare. Sai, ho visto la sua tesi nascere, crescere, e andare in pezzi.

Quel giorno era il 6 aprile eravamo nella sua camera, nella casa dello studente, stavamo per terminare il plastico del suo villaggio. Era meraviglioso, colorato, pieno di verde…..ad un tratto la terra ha tremato, tutto si è mosso, e poi ..poi non ricordo più nulla.

Ci sono solo io e quello che rimane del suo plastico che ho protetto e che adesso devo ricostruire.

Altrimenti perché mi sarei salvata?

Il lavoro l’ho perso come molti altri, vivo cosi di piccole generosità.

Ma io ho un compito! E lo porterò a termine, Marco dice che l’attack è la migliore per quel genere di ricostruzione, ne serve molta. Io vado avanti, non mi fermo ed incollo, pezzo dopo pezzo. Me la darete la colla in prigione vero?

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