"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

mercoledì 23 gennaio 2013

un giorno per restare


Quante stelle stasera! Silvia era felice c’era Paolo  il mare con il suo  bagnasciuga morbido per sprofondare e bagnarsi i piedi  fino ai pantaloni, restare in silenzio a guardarsi,  le parole non servono. Respirare  l’aria salmastra e  avere voglia di correre, di inserguirsi.
Nel pomeriggio erano stati al cinema, piaceva a tutti e due il cinema, avevano visto un film francese , l’aveva scelto lei.
Paolo era sempre accondiscendente con Silvia,  accettava di buon grado le sue proposte, perche’ in fondo non aveva gusti particolari lui e poi le piaceva tanto accontentarla.
Si erano conosciuti a scuola in prima liceo, dopo essersi guardati  per giorni e giorni senza il coraggio di abbandonarsi neppure ad un timido sorriso.
Quel giorno entrambi lo ricordano  per  quel pomeriggio  così lungo, era una delle prime tiepide giornate primaverili, quando si va in giro con la giacca slacciata, con la voglia di  gelato  e  le mani incollate con la paura di staccarle.
Paolo ha una famiglia normale, nel senso che ha una  madre un padre e una sorella.
Dopo quella magnifica giornata Paolo rientra  a casa, la madre è al computer con la sigaretta accesa  che si consuma lentamente nel posacenere.
 L’aria è pesante e non si respira bene, non viene da  dire neppure ciao, ma  la mamma si saluta sempre, e Paolo la saluta “Ciao Ma’”.
Poi  non sempre sua madre ricambia il saluto, stasera lo saluta,  lui va in cucina a cercare qualcosa da mangiare.
Ogni tanto arriva anche il padre di Paolo  fa il camionista e viaggia moltissimo, quando torna è stanco e se la prende sempre con la moglie, o perché non ha preparato la cena o perché c’e’ la cassetta della  posta strapiena e la casa è sporca, e poi spesso le dice “tu non fai mai niente pensi solo a fumare”.
Marta la sorella di Paolo ha quattordici anni , si spaventa per le liti e le voci troppo alte e concitate e
 spesso piange.
 Paolo  vorrebbe gridare “basta basta  con queste urla questi pianti, vorrei potervelo dire , vorrei andare via, portare via anche Marta, sparire, farci cercare da “chi l’ha visto” per sempre..
Paolo ha paura, dopo quella volta quel giorno maledetto, l’ennesima lite…”te la faccio pagare questa volta te la faccio pagare…” la porta della camera si apre, lui prende  Marta, lei si butta per terra, lui la trascina….
E dopo le botte, quante botte…la mamma che tira calci gridando come un animale ferito a morte, sembra che le gambe si spezzino contro di lui, che tira pugni sberle, la testa della mamma che gira da una parte e poi dall’altra e poi sbatte contro il muro.
Paolo e’ inquieto  non ha voglia di andare a dormire,  vuole uscire  e  telefona a Matteo “andiamo a ballare?”
Dall’altra parte del telefono c’e’ silenzio “ allora?”
 “No dai andiamo da Roberto e ci sballiamo di musica e  qualcos’ altro che ne dici?”
“ ma si cazzo, pensa Paolo, stasera non ho voglia di fare il bravo ragazzo.
Si trovano sotto casa di Matteo, non si parlano salgono in macchina e vanno via.
Roberto è a casa da solo, ha gli occhi rossi  la musica è altissima… dai venite ho qualcosa di buono da farvi assaggiare..
Dopo un paio d’ore Paolo si sdraia sul divano spalanca gli occhi e li richiude…. Paolo rispondi grida Matteo ma cosa hai fatto brutto scemo?? Sta male Robbi cosa facciamo?
Mettilo in macchina lo lasciamo davanti a casa sua suoniamo il campanello e poi scappiamo…Ma no no dai è bianco come il latte oddio….
Driiiiiinnn driiiiiinnnnn driiiiiiiiinnnnn ma chi cavolo è? La madre di Paolo è arrabbiata “ Non si è portato le chiavi…questa volta  lo picchio ”
Paolo sente qualcuno che si agita su di lui  ma è,  totalmente incapace di fare o dire qualsiasi cosa, vede il suo corpo che si scuote, ora sente molte voci, un pianto  e lo riconosce è quello di sua madre. Vorrebbe alzare una mano per fare almeno un cenno: mamma tutto ok.
Tra quelle mura bianche con il letto bianco come la sua pelle Paolo apre gli occhi e c’e’ lei, Silvia, con i suoi occhi azzurri acquosi lucidi, la sciarpa rossa avvolta al collo, apre la bocca e dice “ciao Paolo”.
Dopo quella brutta storia Paola e Silvia si sono allontanati perché lei ci è rimasta male, “non sei come pensavo” le ha detto.
Lui pero’ la guarda sempre, ovunque, anche quando non c’e’, accende la memoria, la mette a fuoco e la  guarda, è  più bella della mia vita, pensa.
Fa caldo, l’estate è torrida, Paolo studia in sala con sua madre, che fuma sempre, tutte le sere.
Poi va un po’ sul balcone ma fa troppo caldo; intanto il primo giorno dell’esame di maturità si avvicina.
Il 20 giugno è il primo giorno delle prove scritte , e  Paolo  si alza, si veste, guarda fuori dalla finestra, sente che sua madre è sulla porta della camera e lo guarda, anzi  lo fissa, si avvicina piano e gli dice con una voce sconosciuta  “scusami Paolo”, qualche minuto di silenzio...e poi continua " non ho mai capito quanto  soffri per questa assurda famiglia” . Ti ho sempre e solo guardato , questo si, e ho visto   la tua indifferenza , ma ora penso sia tutta la pazienza che hai avuto nell'attesa che qualcosa cambiasse e i tuoi silenzi densi della tua sofferenza per la sempre più sottile  speranza.
 Sei importante per me Paolo, ti voglio bene.
Alza la mano, lui si sposta di scatto ma la mano arriva sulla sua faccia, ed è morbida,  dolcissima.
Davanti alla scuola c’e’ Silvia, da lontano lo fissa, lui si avvicina e riesce a dire “Ciao” nonostante l'emozione.Silvia sorride.
il sole è già caldissimo, Paolo lo sente sulla pelle ma anche sul cuore.
 

 

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