"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

giovedì 8 settembre 2011

"Il delirio" di Giorgio Gaber dall'album Libertà obbligatoria


Se si vivesse a lungo non si saprebbe più dove andare per rifarsi una felicità dovunque abbiamo abbandonato degli aborti di felicità a marcire negli angoli delle strade. 
L'India è un museo di tentativi di felicità, e l'Africa, ilPakistan...
Il mondo è un museo di sforzi che restano a metà
di sforzi per rendere vani i nostri slanci, le nostre gioie, i nostri amori. [
Cantare, cantare le Beatrici, le Laure.
Mettere incinta le cameriere... E accorgersi di avere sempre adorato... a buon mercato.
Bisogna essere più precisi nell'amore, nei gusti nelle passioni, nella scelta dei posti sono dappertutto i nostri aborti sparpagliati da tutte le parti.
E tentiamo ancora perché è giusto tentare e produciamo slanci che poi buttiamo in mare che si spezzano subito e li buttiamo via e diventano aborti, aborti di allegria.
E se la nostra allegria fosse un dolore un dolore straziante, solitario in ogni strada ci sarebbe un urlo.
il delirio... il delirio...
Se si vivesse a lungo non si saprebbe più come fare per rifarsi una rabbia giusta, sì perché anche di rabbia, anche di odio noi lasciamo troppi aborti in giro.
L'Italia è un museo di tentativi di sovversione, di fermenti nuovi, di cose che nascono... che crescono...
Il mondo è un museo di sforzi di strane acrobazie per rendere più efficace il nostro impegno, la nostra rabbia, le nostre follie. 
Non si può dire che manchiamo di volontà.
Tentativi da tutte le parti: una rassegna, una rassegna di pezzi.
Una fiera campionaria di cose abbozzate e messe in mostra: un pezzo d'amore, una rabbia finita male, un po' di politica, un inizio di cultura.
Se tu avessi bisogno di tentativi, ce n'è per tutte le occasioni della vita. 
Basta saper scegliere.
Bisogna essere più precisi anche nell'odio, nell'eresia nell'indirizzare la rabbia, la follia la nostra impotenza, la nostra incertezza ci limita ad odiare senza nessuna esattezza.
Ci vuole un odio, un odio che rimane non basta sapere che abbiamo cominciato bene
le nostre ribellioni non durano molto sono aborti di rabbia, di rabbia senza volto.
Non è soltanto una rabbia, è già pazzia uno sfogo straziante, solitario e in ogni strada c'è davvero un urlo
il delirio... il delirio...
È un uomo rabbioso che odia da solo ma ormai non fa niente di male abbaia alla luna, non morde nessuno persino il delirio diventa una cosa normale.
Ho bisogno di un delirio che sia ancora più forte ma abbia un senso di vita e non di morte.

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