"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

domenica 12 febbraio 2012

noi due






"Ci vai tu stamattina?" "perchè?" "Dai vacci tu Luca...io ho sonno, voglio dormire"
"Si ma è l'ultima volta hai capito?!"Sono stufo ok? hai capito cretino?"
"Ma si va bene, dai non rompermi le scatole che ho voglia di dormire".
Luca e Pietro sono due fratelli gemelli, la madre non se ne aspettava due di figli.
Era diventata enorme, la pancia negli ultimi mesi le impediva i gesti più semplici, dormiva con tre cuscini, perchè si sentiva soffocare da quella montagna sotto il seno.
Una sera finalmente perse le acque, il marito di corsa la portò alla Mangiagalli.
Ma si fa per dire di corsa, perchè la signora Elena faceva due passi e si fermava, aveva la sensazione di partorire da un momento all'altro ma voleva trattenere quella creatura fino al momento in cui avesse trovato le condizioni giuste per metterlo al mondo.
Quando arrivarono in ospedale i dottori dissero che era pronta per la sala parto, non c'era d'aspettare neppure un minuto.Una spinta poi un'altra, una gomitata sul pancione, un urlo e un pianto e Luca apparse sulla scena di questo mondo.
Era pelato e urlava, tutto rugoso sembrava un vecchietto incazzato nero.
Ad un tratto il dottore richiamò l'ostetrica, gli altri infermieri e disse " ce n'e' un altro, signora ricominci a spingere, oggi lei diventa una supermamma".
Da quel giorno Luca e Pietro furono due fratelli gemelli unitissimi, giocavano  sempre insieme, non potevano stare uno senza l'altro.
Dall'asilo alla scuola sempre in classe insieme.
Persino Elena faceva fatica a distinguerli rischiando a volte, di dar da mangiare o di cambiare il patello sempre allo stesso.
Luca e Pietro giocavano molto e si divertivano tanto, sapendo di essere  identici  facevano scherzi agli amici, ma anche alla portinaia, e poi una volta grandi, se capitava l'occasione si scambiavano le ragazze andando all'appuntamento dell'altro.
L'ultima che avevano pensato e che credevano fosse un'idea geniale, era quella di  avere un posto di lavoro condiviso.Potevano godersi una libertà impensabile, anche se lo stipendio era scarso ovviamente, era  fratto due. Ma nei giorni liberi andavano in giro a cercarsi delle nuove opportunità, scrivevano, insomma investivano il loro magnifico inganno come meglio pensavano.
Non era sempre andata benissimo, ma ci avevano preso gusto, questo senso di vivere con un clone di se stessi gli regalava la facoltà di potersi eclissare dalle situazioni che volevano evitare, dalle persone che volevano dimenticare, da tutto ciò che per tutti è difficile dire o fare.
Luca quella mattina come al solito si mette le lenti a contatto ed esce di casa arrabbiato.
Mentre Pietro si era rimesso a dormire profondamente.
I dipendenti di quel negozio avevano Pietro e Luca come capo, anzi l'unico capo che pensavano di avere era Pietro, ma pensavano che fosse un uomo malato, o meglio con seri problemi psicologici.
Luca, quello vero era una persona simpatica, alla mano, uno a cui potevi raccontare che la sera prima ti eri ubriacato perchè avevi litigato con la ragazza.Per brevità, uno con cui parlavi di tutto.
Invece Pietro pensava che il capo non poteva essere troppo accogliente, con il sorriso in tasca.
Il capo era il capo e un pò di distacco doveva  tenerlo, stava sulle sue e scambiava parole solo per necessità di lavoro, non dava alcuna confidenza, teneva le distanze da tutti.
Nessuno però si era mai accorto dello scambio dei due fratelli, perchè all'apparenza erano identici, alti uguali, robusti ma con il sedere piatto, capelli castani e occhi castani, denti un pò storti e pizzetto per smagrire il faccione.
Ogni volta che tornavano a casa dalla giornata di lavoro raccontavano in breve al fratello quello che era successo, per essere sempre pronti ad eventuali  riferimenti di fatti o persone.
Luca era miope e Pietro no.
Questa era l'unica differenza fisica tra loro...oddio magari qualche neo poteva essere posizionato in altro modo o qualche pelo delle spalle o del torace o del naso.Ma questi particolari non li aveva notati nessuno, per ora e neppure loro si erano mai ispezionati, gli sembrava che potesse andare benissimo così.
Luca sente l'aria tiepida uscendo, e con il sole l'umore gli  sale e così entra nel box, spolvera la sua Honda nera 1000 di cilindrata e parte.Wroooooooooommmmmmmmmmmmmmmmmm.
Fa una curva e poi un bel rettilineo, ma ad un tratto gli attraversa la strada  un cane che spaventato dal rumore del motore della moto si ferma, di colpo.
Caaaa..zo pensa Luca! Non vuole assolutamente investirlo ma non vuole neppure cadere o schiantarsi contro la macchina che stava arrivando dall'altra parte..così istintivamente suona il clacson ma non cambia nulla, il cane è come paralizzato.In un attimo Luca è per terra, cadendo prende un bel colpo alla testa e sviene.
A casa nello stesso momento Pietro si sveglia di colpo!"ma cosa mi sta succedendo? mi sembra di aver sognato...ma no non mi ricordo...eppure....mi sembrava che...ma come starà Luca?" Pietro rimane qualche istante a guardare il soffitto e poi si dice che è stato solo un brutto sogno con un brutto risveglio, e si gira dall'altra parte.
Luca per terra aveva già un pò di persone addosso che volevano chiamare l'ambulanza, che volevano spostarlo, che lo chiamavano nel tentativo di svegliarlo, insomma quel povero ragazzo era inconsapevolmente in balia di persone sconosciute che volevano aiutarlo, ma stavano facendo come spesso in questi casi succede, solo un gran casino.
Ad un tratto arrivo' una signora e in un solo istante buttò dell'acqua in faccia a Luca, "proviamo a fare così, io l'ho sempre fatto con mio figlio quando non si voleva alzare alla mattina!"
Tutti rimasero senza parole e terrorizzati per un attimo, poi guardarono la signora e stavano per inondarla di insulti quando ecco che Luca riapre gli occhi dicendo "cazzo adesso chi ci vede più"!
Luca deve togliersi oltre al casko anche le lenti a contatto perchè con l'acqua negli occhi, le lenti a contatto
dovevano essere immediatamente rimosse.
"Senta signore" rivolgendosi alla prima persona che aveva davanti e del quale intravedeva la sagoma " Io ora metto la moto qui al sicuro e lei gentilmente mi dà un passaggio al lavoro? Sa sono già in ritardo"
"Ma lei ha battuto la testa deve fare un controllo" gli dicevano tutti quelli che l'avevano assistito fino a 5 minuti prima, "Ma no ma no non vi preoccupate..sto benissimo, sono lucido..e il casko senno' a che serve secondo voi?"
Finalmente la gente comincia ad andarsene, borbottando, e Luca riesce a strappare il passaggio.
Entra in negozio camminando con un passo lentissimo, cercando di non urtare oggetti piccoli che non avrebbe mai visto; e questa insicurezza lo fa sentire improvvisamente fragile come non gli era mai successo e anche il suo sguardo era diverso.Salutava le persone evitando di cercare i loro volti per identificarli.
Doveva assolutamente fingere, trasformarsi in un perfetto vedente...suo fratello Pietro. Non era per niente semplice anzi già sentiva che tutto si stava complicando.
"Non ce la farò mai, mi faranno delle domande, o mamma mia cosa dico, che scusa mi invento? cosa posso fargli credere? non posso mica dire "ragazzi oggi non ci vedo, ho un calo della vista, ma vedrete che domani sarò quello di sempre."
I dipendenti del negozio cominciarono a parlottare tra loro "ma cos'ha oggi il capo?non ti sembra strano ma strano forte! è impedito nei movimenti , guarda come sta lì sulla scrivania, fermo".
"Cavolo nooo!" Luca è agitatissimo.."devo andare in bagno, so che mi devo alzare e andare da quella parte, ma porca vacca zozza proprio oggi mi scappa la cacca".
Va in bagno cercando di camminare con scioltezza, entra non distingue il water dal bidè e si libera evaquando come mai nella sua vita.Sbaglia e riempie il bidè di quella roba, avverte di aver fatto un errore, si agita tantissimo e apre l'acqua cercando di rimediare il disastro, ma  tutto peggiora e tracima merda in tutto il bagno.
Disperato si riveste esce dal bagno con la fronte ghiacciata, chiama un ragazzo e gli dice "guarda che un cliente è entrato nel nostro bagno e ha fatto un disastro, non si può entrare dalla puzza".
Luca capisce che la situazione è insostenibile e con la scusa di avere uno strano e improvviso problema agli occhi si defila dal negozio.
Tutti i suoi collaboratori sono senza parole ma poi ne dicono tante, nel negozio Luca ha lasciato un clima di assoluta confusione, tutti che fanno ipotesi, illazioni; a tutti vengono in mente le cose più incredibili eppure nessuno pensa che Luca sia quello che è.
Entra in casa e si siede sulla sua poltrona e sbuffando dice a se stesso che "basta non si può più andare avanti così, io sono Luca e Pietro è Pietro".
 Si ricorda del cartone "La carica dei 101" e pensa che quei cagnolini sembravano tutti uguali ma erano tutti diversi tra loro, e felici di esserlo davanti al mondo.






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