"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

venerdì 2 agosto 2013

L'orecchio di Dio

Il signor Arthur era un uomo facilmente dimenticabile, simile a migliaia di altri uomini ugualmente dimenticabili. Nascondeva però due bizzarri particolari che lo differenziavano notevolmente dagli altri esseri umani. Il primo particolare era celato sotto un elaborato riporto, che partendo dalla sommità del capo attraversava tutto il cranio, passava sulla fronte sino ad adagiarsi untuosamente sull'orecchio sinistro.
Il suo orecchio sinistro era grande tre volte l'orecchio destro.
In gioventù il signor Arthur aveva sofferto molto a causa di quell'orecchio, oggetto di scherno da parte di molte persone. Poi, fortunatamente l'America era entrata in guerra, molti giovani si erano fatti crescere i capelli come segno di protesta contro il Vietnam, e lui ne aveva approfittato per nascondere l'orecchio dietro una folta capigliatura.
Arthur non aveva la minima idea politica su quella guerra.
In effetti Arthur non aveva un opinione su moltissime questioni.
Questo perchè Artur era un idiota, con un quoziente di intelligenza di poco superiore a quello di un procione. Nonostante ciò era molto più intelligente dei suoi genitori, due ferventi cattolici dall'aria costantemente contrita, tipica di chi soffre di gonorrea.
I genitori di Artur però non soffrivano di gonorrea. Avevano quell'espressione dalla nascita del loro unico figlio e dei suoi due bizzarri particolari. Non riuscivano a capacitarsi del perchè il Signore avesse fatto questo a loro.
Dopo molte preghiere, alla fine avevano trovato la risposta, almeno per quello che riguardava l'orecchio: quello, in realtà, era un radar capace di intercettare la voce di Dio.
Sull'altra questione, preferivano non discuterne.
Il giovane Arthur, mentre i suoi coetanei manifestavano in strada, oppure partivano per la guerra, passò gran parte del suo tempo seduto nel soggiorno di casa, con la testa leggermente reclinata verso destra, in modo da agevolare la ricezione della parola del Signore, con i genitori seduti di fronte a lui, in trepida e ostinata attesa.
Passarono gli anni, terminò la guerra, il giovane Arturo aspettò un segnale.
Ma Dio rimase in silenzio.
Al compimento del suo venticinquesimo compleanno i suoi genitori uscirono di casa e salirono sulla macchina, decisi a regalare al loro unico figlio uno stupendo crocefisso in noce massello finemente cesellato. Lasciarono Arthur seduto in soggiorno. Suo padre non fece in tempo a girare la chiave dell'accensione che le radici di un enorme pino cedettero, l'albero si staccò dal suolo schiantandosi sulla vettura. I due perirono sul colpo.
Arthur osservò tutta la scena dalla finestra del soggiorno.
Non ricevette da Dio neppure le condoglianze.
Subito dopo il funerale Arthur decise che non era il caso di insistere con la storia del radar e che forse poteva cercare di trarre vantaggio dall'altro suo bizzarro particolare, quello che i suoi genitori avevano sempre finto di non notare. Era un uomo calvo col riporto, basso, stupido, e molto brutto.
Ciò nonostante decise che voleva fare l'attore.
La prima e unica audizione si tenne in un'anonima stanzina di uno studio cinematografico, colma di gente. Arthur aspettò diligentemente il suo turno, compostamente seduto con le mani sulle ginocchia. Di fronte a lui sedevano una formosa ragazza pesantemente truccata, e un giovane abbronzato che pareva pronto per andare in discoteca. I due lo guardarono, e si bisbigliarono all'orecchio qualche cosa sotto voce. Risero. Sembravano molto intimi. In realtà non si erano mai visti prima di quel pomeriggio. Arthur, imbarazzato, reclinò leggermente la testa verso destra, in un gesto inconscio. Una improvvisa folata di vento issò in aria il riporto, come una bandiera sventolante, scoprendo l'enorme orecchio. La donna scoppiò in una risata sguaiata, seguita dal suo vicino, e a ruota, da tutte le persone in sala.
Arthur ebbe la tentazione di alzarsi e andarsene, ma resistette, si sistemò i pochi capelli e finse di addormentarsi.
Alla fine giunse il suo turno. Fu fatto accomodare in una stanza dove una signorina visibilmente annoiata stava leggendo dei fogli. La donna alzò lo sguardo, diede una rapida occhiata ad Arthur e sbuffò. Non era quello che stavano cercando. Giusto per scrupolo professionale chiese a quell'uomo ridicolo di spogliarsi.
Arthur si calò i pantaloni goffamente, mostrando alla donna la sua maggior virtù, e il suo secondo e incofessato particolare: un pene dalle dimensioni enormi.
La donna si portò le mani alla bocca, soffocando un urlo di meraviglia.
“Ma è vero?” chiese alla fine.
Arthur fece cenno di si con la testa. La donna si tamponò la fronte sudata con un fazzolettino, chiese all'uomo di non muoversi, quindi uscì dalla stanza, percorse trafelata un breve corridoio ed entrò senza bussare nell'ufficio del direttore. L'uomo la fissò, stupito.
“Venga a vedere!” disse la donna. I due uscirono dall'ufficio, percorsero il corridoio ed entrarono nella stanza, dove Arthur con i pantaloni calati sino alle ginocchia, aspettava, col poderoso organo sessuale che gli penzolava tra le gambe.
Il direttore scritturò immediatamente Arthur come protagonista del film Super maschio per donne viziose. Sebbene la sua capacità recitativa fosse mediocre , Arthur compensò questa carenza con una abnegazione totale per quel lavoro, non risparmiandosi e dando tutto se stesso, per ore e ore.
Il film ebbe grande successo. Arthuri n pochi anni divenne l'attore porno più pagato al mondo, girando nella sua carriera più di centocinquanta film, quasi tutti da protagonista.
Dopo essersi sposato con la segretaria di produzione, decise di abbandonare il mondo del cinema e dedicarsi alla commercializzazione di un vibratore modellato sul calco del suo pene.
Il vibratore, ovviamente si chiamava, e ancora si chiama, Arthur.
E' il vibratore più venduto al mondo.
Il signor Arthur, visse una lunga vita, felice e serena. Ebbe tre figli splendidi, che gli dettero nipoti altrettanto splendidi, e mediamente intelligenti. Giunto ad una ragguardevole età, sul letto di morte, attorniato dai suoi cari, sapendo che stava per andarsene, Arthur piegò leggermente la testa, porgendo il suo enorme orecchio sinistro verso il cielo.
Dio, anche questa volta, non mandò nessun messaggio.
Pazienza” mormorò Arthur, e con un sorriso sulle labbra, morì.

1 commento:

  1. tanti saluti arthur, passando davanti ad uno shop del sesso penserò sempre a te e alla tua virtù, l'orecchio. :)

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