"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

lunedì 22 aprile 2013

...caramelle alla menta... Salgo sulla macchina, inserisco la retromarcia ed esco dal cancello. Le vacanze sono finite ed è ora di tornare a casa. Mia madre mi saluta, ha gli occhi lucidi. Dice che rompiamo, che invadiamo casa sua, ma alla fine quando andiamo via, soffre, come me, che la lascio davanti a casa e ancora la vedo con la mano alzata, nello specchietto retrovisore, mentre mi allontano. Quante partenze! La guardo ancora e ci rivedo mia nonna, quando mi salutava e mi raccomandava di andare piano, di chiamarla quando arrivavo. Rimaneva lì nella strada finchè non scomparivo dietro la curva. Mia nonna abitava nella casa a fianco a quella dove adesso vive mia madre. Era una gran donna. Luigia Carelli, era il suo nome, ma non so perchè tutti la chiamavano Ginetta, anzi la nonna Ginetta. Quando arrivavo e suonavo il campanello mi appariva sul terrazzo di casa con quei suoi vestitini con strane fantasie, i capelli bianchi e sempre le braccia aperte, pronte ad accoglierti: "Sei arrivata Nini, hai mangiato? La vuoi almeno una caramella?". Mia nonna era del 1913 , quando è morta aveva novantanni. Io l'ho sempre vista vecchia, ma era avanti, moderna come nessuno. Quando una nostra parente, già quarantenne, dopo il secondo divorzio, si era "accompagnata" ad un'amica, di fronte all'indignazione di molti, mi aveva detto con serenità:"Chevvoi che sia, tanto un dura, la fidanzata è troppo giovane." Mio nonno, Beppino, la faceva impazzire. Era un brontolone e un prepotente. Ogni tanto la sentivo gridargli dietro "Va all'inferna e crepa da solo". In realtà lei senza il suo Beppino non ci sapeva stare. Lui era sempre stato bello e nonostante gli anni si sentiva ancora così. La mattina la faceva correre su e giù per le scale. La camicia non era mai perfetta e la riga dei pantaloni da ripassare. Era un assillo. Una volta mi aveva confessato che avrebbe voluto annegarlo nella vasca, ma poi aveva sorriso e mi aveva detto:"Ma un posso". "Perchè gli vuoi bene nonna!" "No, fa la doccia!". Era troppo simpatica e profumava sempre di borotalco, che trovavi sparso ovunque nella sua camera da letto. Quando ero piccola dormivo con lei, nel suo lettone, insieme a mio fratello e mio cugino. La nonna e il nonno avevano sempre dormito in camere separate accusandosi a vicenda di russare. La nonna ci metteva tutti a letto con lei, una spolverata di borotalco e la caramella di menta. Altro che fluoro; ci ficcava una caramella in bocca per conciliare il sonno e farci smettere di parlare e ridere. Non so come sia successo che nessuno di noi non si sia mai soffocato nel sonno. La nonna diceva che avevamo l'angelo custode e quindi potevamo stare tranquilli. Quando sono cresciuta e ho cominciato ad uscire la sera la nonna mi dava le chiavi per rientrare, ma il nonno metteva i chiavacci alle porte per controllare se tardavo. Io e lei avevamo studiato un piano. Se tornavo tardi e trovavo il chiavaccio mi arrampicavo fin sul suo balcone e bussavo alla finestra. Lei mi faceva entrare e io sgattaiolavo nella mia stanza. Alla mattina il nonno chiedeva a che ora ero tornata e come mai non mi aveva sentita. "La bimba è tornata presto". Era sempre dalla mia parte. Un'estate il nonno, che non era mai uscito di casa senza prima passarsi il bianco biricchino sui baffi e lavarsi i capelli, ha dato fuori di testa ed è uscito in mutande blaterando di dover andare non so dove. In poco tempo ha smesso di camminare e di mangiare. All'infermiera che gli portava il pranzo diceva: "Signorina mi spiace, ma ho prenotato da Bombetta, tra poco arriva la macchina a prendermi". Da Bombetta, un famoso ristorante, mi ci portava da bambina e faceva prepare l'aragosta. E' durato poco, con la fine di giugno se n'è andato. La nonna, che diceva sempre che sperava morisse presto perchè era una carogna, si è ammalata subito dopo. Una mattina d'agosto, quando mia mamma è andata a svegliarla per la colazione, ha detto che non poteva mangiare perchè era già morta. Quando siamo riuscite a convincerla che non era morta ha voluto che preparassimo il vestito per il suo funerale e scegliere il foular da abbinare, accessorio che per lei non poteva mancare. "E' venuto Beppino e mi ha detto che mi aspetta. Devo andare". Beppino ha sempre dettato legge nella vita della Ginetta e infatti la mattina dopo se n'è andata.

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