Mitch osservò la bolla di sangue
spuntare dalla narice destra di Steve, che riverso per terra, puntava
gli occhi vitrei verso un luogo indefinito nello spazio. La bolla si
gonfiò sino quasi a nascondergli il labbro superiore per poi
fermarsi sulla punta del naso, come un oscena pallina da clown.
Dalla bocca spalancata Steve rantolò qualche cosa, la lingua
scivolò fuori, rientrò, poi di nuovo comparve fuori
come una lumaca dal guscio, per rimanere immobile all'angolo della
bocca. La bolla smise di crescere.
“Avanti alzati, smidollato!” Urlò
Dave, dondolandosi sulle gambe come un pugile sovrappeso, prendendo
a pugni l'aria di fronte a se. Aveva un sorriso ebete piantato in
volto, come ogni volta che doveva spaccare le ossa a qualcuno. Era
felice come un bambino, si divertiva un mondo.
“Mi sa che quello non si alza più”
disse Mitch.
Dave dondolò ancora un po' sulle
gambe, poi si fermò di colpo. Aggrotto' la fronte.
“Non dirmi che quella mezza sega è
svenuto.” domandò.
Mitch si appoggiò con le spalle
ad una vecchia quercia. Tirò fuori il pacchetto di sigarette
e se ne accese una. Era un bel casino.
“E' morto, stronzo” Disse.
“Cosa?”
“Lo hai fatto secco”
Dave si avvicinò al corpo di
Steve, si piegò sulle ginocchia per osservarlo meglio. Si
passo il palmo della mano sulla fronte sudata.
“Dici che si è spezzato il
collo?”
“Probabile “ rispose Mitch. Steve,
accasciato a terra, osservava con occhi vitrei il cielo. Non pareva
molto interessato allle nuvole bianche.
“Sarà caduto male” Disse
Dave.
“Bello, gli hai mollato un gancio
così forte che pensavo gli volessi spedire la testa in orbita”
“Quella femminuccia. E' andato giù
come una pera cotta.”
“Era già morto prima di
toccare terra. Ho sentito il collo spezzarsi da questa distanza”
“Questo stronzo.”
“Probabile che lo hanno sentito anche
a Boston, dal rumore che ha fatto.”
Dave osservò la bolla di sangue,
e si fece scappare una risatina. Quindi si alzò sbuffando e
diede un calcio alle costole del morto.
“Fottutissimo bastardo, guarda come
sei finito a volere fare il furbo. Stronzo!” poi, rivolgendosi a
Mitch, disse:
“Ora chi lo dice al capo?”
Mitch gettò la cicca della
sigaretta lontano. “Be, potrei dirglielo io” disse.
“Davvero?”
“Col cazzo. Tu hai fatto il danno, tu
risolvi il casino. Dovevamo solo dargli una bella passata e guarda il
risultato.”
“Sarà caduto male.”
Boffonchiò Dave.
“Col collo spezzato cadi male
sicuramente, pezzo di coglione.” Mitch estrasse il telefonino e lo
lanciò a Dave, che lo prese al volo.
“Avanti, chiamalo” disse.
Dave compose il numero, aspettò
una decina di secondi quindi iniziò a parlare in modo
concitato. Saltellava e agitava le mani, scuotendo la testa
Mitch si allontanò un paio di
metri. La foschia stava salendo. Una folata di vento lo fece
rabbrividire. Si tirò su il colletto del cappotto, osservando
il sole scendere lentamente dietro le colline, pensando a quanto ci
avrebbe messo a tornare in città. Avrebbe fatto tardi anche
quella sera, e certo sua moglie non avrebbe fatto i salti di gioia.
Che schifo di lavoro.
Dave gli bussò alle spalle.
“Cosa?” domandò Mitch.
“Vuole te”
Mitch prese il telefono, senza dire una
parola. Annuì un paio di volte, quindi dopo aver salutato,
chiuse la comunicazione.
“Ho combinato un casino, vero?”
chiese Dave.
“Già”
“Che dice il capo?”
“dice che devo ucciderti”
Dave sbiancò in volto,
spalancando gli occhi. Mitch scoppiò a ridere. Dave rimase
immobile, quindi si mise a ridere nervosamente, per poi abbandonarsi
a un riso sfrenato.
“Cristo santo, mi si sono strizzate
le palle, per un momento ho creduto veramente che...”
Mitch si spostò leggermente di
lato, dalla cintura dietro la schiena sfilò una Smith e Wesson
calibro trentotto Special e gli sparò dritto in faccia. Dave
balzò all'indietro a braccia larghe senza un lamento cadendo a
terra con un tonfo. Mitch gli si avvicinò ed esplose altri due
colpi, dritti al cuore, quindi ripose la pistola, con calma. Si
sfilò un altra sigaretta, l'accese e si mise a fumare.
Che lavoro di merda, pensò,
soffiando fuori il fumo verso il cielo.