Quante stelle stasera! Silvia era felice c’era Paolo il mare con il suo bagnasciuga morbido per sprofondare e
bagnarsi i piedi fino ai pantaloni,
restare in silenzio a guardarsi, le
parole non servono. Respirare l’aria
salmastra e avere voglia di correre, di inserguirsi.
Nel pomeriggio erano stati al cinema, piaceva a tutti e due
il cinema, avevano visto un film francese , l’aveva scelto lei.
Paolo era sempre accondiscendente con Silvia, accettava di buon grado le sue proposte,
perche’ in fondo non aveva gusti particolari lui e poi le piaceva tanto
accontentarla.
Si erano conosciuti a scuola in prima liceo, dopo essersi guardati per giorni e giorni senza il coraggio di abbandonarsi
neppure ad un timido sorriso.
Quel giorno entrambi lo ricordano per
quel pomeriggio così lungo, era una
delle prime tiepide giornate primaverili, quando si va in giro con la giacca slacciata, con
la voglia di gelato e le mani incollate con la paura di staccarle.
Paolo ha una famiglia normale, nel senso che ha una madre un padre e una sorella.
Dopo quella magnifica giornata Paolo rientra a casa, la madre è al computer con la sigaretta
accesa che si consuma lentamente nel
posacenere.
L’aria è pesante e
non si respira bene, non viene da dire
neppure ciao, ma la mamma si saluta sempre, e Paolo la saluta
“Ciao Ma’”.
Poi non sempre sua
madre ricambia il saluto, stasera lo saluta, lui va in cucina a cercare
qualcosa da mangiare.
Ogni tanto arriva anche il padre di Paolo fa il camionista e viaggia moltissimo, quando
torna è stanco e se la prende sempre con la moglie, o perché non ha preparato
la cena o perché c’e’ la cassetta della posta
strapiena e la casa è sporca, e poi spesso le dice “tu non fai mai niente pensi solo a fumare”.
Marta la sorella di Paolo ha quattordici anni , si spaventa per
le liti e le voci troppo alte e concitate e
spesso piange.
Paolo vorrebbe gridare “basta basta con queste urla questi pianti, vorrei
potervelo dire , vorrei andare via, portare via anche Marta, sparire, farci
cercare da “chi l’ha visto” per sempre..
Paolo ha paura, dopo quella volta quel giorno maledetto,
l’ennesima lite…”te la faccio pagare questa volta te la faccio pagare…” la
porta della camera si apre, lui prende Marta,
lei si butta per terra, lui la trascina….
E dopo le botte, quante botte…la mamma che tira calci
gridando come un animale ferito a morte, sembra che le gambe si spezzino contro
di lui, che tira pugni sberle, la testa della mamma che gira da una parte e poi
dall’altra e poi sbatte contro il muro.
Paolo e’ inquieto non
ha voglia di andare a dormire, vuole
uscire e telefona a Matteo “andiamo a ballare?”
Dall’altra parte del telefono c’e’ silenzio “ allora?”
“No dai andiamo da
Roberto e ci sballiamo di musica e
qualcos’ altro che ne dici?”
“ ma si cazzo, pensa Paolo, stasera non ho voglia di fare il
bravo ragazzo.
Si trovano sotto casa di Matteo, non si parlano salgono in
macchina e vanno via.
Roberto è a casa da solo, ha gli occhi rossi la musica è altissima… dai venite ho qualcosa
di buono da farvi assaggiare..
Dopo un paio d’ore Paolo si sdraia sul divano spalanca gli
occhi e li richiude…. Paolo rispondi grida Matteo ma cosa hai fatto brutto
scemo?? Sta male Robbi cosa facciamo?
Mettilo in macchina lo lasciamo davanti a casa sua suoniamo
il campanello e poi scappiamo…Ma no no dai è bianco come il latte oddio….
Driiiiiinnn driiiiiinnnnn driiiiiiiiinnnnn ma chi cavolo è?
La madre di Paolo è arrabbiata “ Non si è portato le chiavi…questa volta lo
picchio ”
Paolo sente qualcuno che si agita su di lui ma è, totalmente incapace di fare o dire qualsiasi
cosa, vede il suo corpo che si scuote, ora sente molte voci, un pianto e lo riconosce è quello di sua madre.
Vorrebbe alzare una mano per fare almeno un cenno: mamma tutto ok.
Tra quelle mura bianche con il letto bianco come la sua
pelle Paolo apre gli occhi e c’e’ lei, Silvia, con i suoi occhi azzurri acquosi
lucidi, la sciarpa rossa avvolta al collo, apre la bocca e dice “ciao Paolo”.
Dopo quella brutta storia Paola e Silvia si sono allontanati
perché lei ci è rimasta male, “non sei come pensavo” le ha detto.
Lui pero’ la guarda sempre, ovunque, anche quando non c’e’,
accende la memoria, la mette a fuoco e la guarda, è più bella della mia vita, pensa.
Fa caldo, l’estate è torrida, Paolo studia in sala con sua
madre, che fuma sempre, tutte le sere.
Poi va un po’ sul balcone ma fa troppo
caldo; intanto il primo giorno dell’esame di maturità si avvicina.
Il 20 giugno è il primo giorno delle prove scritte , e Paolo si alza, si veste, guarda fuori dalla finestra, sente che sua madre è sulla porta della camera e lo guarda, anzi lo fissa, si avvicina piano e gli dice con una
voce sconosciuta “scusami Paolo”, qualche minuto di silenzio...e poi continua " non ho
mai capito quanto soffri
per questa assurda famiglia” . Ti ho sempre e solo guardato , questo si, e ho visto la tua indifferenza , ma ora penso sia tutta la pazienza
che hai avuto nell'attesa che qualcosa cambiasse e i tuoi silenzi densi della tua sofferenza per la sempre più sottile speranza.
Sei importante per me Paolo, ti
voglio bene.
Alza la mano, lui si sposta di scatto ma la mano arriva
sulla sua faccia, ed è morbida, dolcissima.
Davanti alla scuola c’e’ Silvia, da lontano lo fissa, lui si
avvicina e riesce a dire “Ciao” nonostante l'emozione.Silvia sorride.
il sole è già caldissimo, Paolo lo sente sulla pelle ma anche sul cuore.