"Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi... " Eliot Rosewater

mercoledì 20 luglio 2011

La panacea del diavolo e il riso degli idioti

Questa è la storia di Claudio.

Nato nel 1990, con una grave malformazione alla schiena che lo rese curvo, morto nel 2008, il giorno del suo compleanno.

Cresciuto in un semplice paesino del nord Italia è sempre stato deriso per le sue fattezze.

Chi lo conosceva lo descriveva come una vecchia cornacchia, sempre solo ed ombroso con un libro in mano. Tutti lo schernivano, giorno e notte. I suoi genitori piangevano per lui. Rimproverandosi di aver partorito un mostro. Un mostro tale che probabilmente anche il Demonio ne avrebbe avuto compassione. Pensiero forse non così lontano dalla realtà.

Difatti una notte, per l'esattezza il 18 settembre del 2008, il Demonio gli apparve davanti.

Claudio stava dormendo quando fu svegliato da un suono sordo e dalla puzza zolfo. Accese la luce e si guardò attorno sconcertato, credendo fosse un incendio. Poi lo vide, il diavolo, imponente e sogghignate proprio a pochi metri da lui. Preso dal panico sentì il desiderio di scappare con tutte le sue forze ma non lo fece. Sapeva che sarebbe stata una scena indecente, difatti quando correva sembrava una parodia del Gobbo di Notre Dame, e lui non voleva essere deriso anche da un diavolo.

<< Buona sera Claudio, dormito bene?>>

<< Claudio? Chi è Claudio? Io sono Quasimodo!>>

<< Simpatico.>> disse il diavolo ridendo <>

Claudio lo guardava inebetito. Non capiva se fosse sogno o realtà.

<< Mi fai pena e per questo sarò la tua Esmeralda. Ti darò una schiena nuova e sana, però...>>

<< Non mi piacciono i però.>> lo interruppe il ragazzo.

<< Però quando morirai verrai confinato in un inferno dove sarai solo. Tu e nient'altro, nessun vivente, nessun tempo, nessuna materia.>>

Claudio cercò con le mani di toccarsi la gobba.

<< E in oltre, solo perché sei pietoso, ti concedo tre desideri per quando sarai là.>>

<< Fammi indovinare, non possono chiederti che ci sia qualcuno a farmi compagnia o cose del genere giusto? >>

Il diavolo rise, in fondo era una ragazzo in gamba quello storpio.

<< Esatto. Ora dammi la bottiglietta di grappa che hai sotto il letto.>>

Era vero. Claudio aveva davvero una piccola boccetta di superalcolico sotto il letto che, quando non riusciva a dormire, stappava e ne beveva un sorso. Gli capitava spesso di non dormire. Quando succedeva era perché nel buoi della sua stanza sentiva le voci dei suoi compagni che lo deridevano e i pianti dei suoi genitori. Oppure perché le lacrime e il desiderio di non essere mai nato lo facevano eccitare tanto da fargli perdere il sonno.

La prese e gliela porse. Il diavolo ne bevve buona parte, sospirò, come tutti dopo una sorsata di grappa, e poi ci pisciò dentro.

<< Ora bevilo tutto, senza storie.>>

Claudio pensò che ne valesse la pena: superare il disgusto per una schiena nuova.

Così bevve. Sancì il patto col diavolo tra lacrime e un gusto amaro sul palato.

La schiena dopo un lungo scricchiolio si raddrizzò.

<< Come sei bello ora.>> disse il diavolo.

Il ragazzo accese la luce e si guardò a lungo allo specchio. Così non era poi tanto diverso dai suoi compagni, in più con la schiena dritta sembrava molto più alto e gli scomparvero i rotoli sulla pancia.

<< Ora è il momento dei miei tre desideri giusto? Allora, quando sarò là voglio tutti i libri e tutta la musica di sto mondo. Come ultimo...>> sospirò << Voglio andarci subito!>>

Il diavolo rimase sorpreso dalla sua risposta.

<< Va bene.>> disse << Ora dormi. Spera di fare un bel sogno visto chequesto sarà l'ultimo!>>

Lo accarezzò sulla testa e mentre si addormentava scomparve.

Il giorno del funerale i compagni di scuola rimasero stupiti dallo splendido aspetto della salma.

Qualcuno di loro si permise di dire << Che ottimo lavoro hanno fatto i becchini! L'hanno raddrizzato e messo in faccia un sorriso soddisfatto. Non sembra neanche Claudio!>>

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