E’proprio uno zuccone.
Nessuno sa con certezza da quanti anni ripete la terza elementare. Il bidello della scuola dice di averlo visto lì sin dalla seconda guerra mondiale. Mio padre dice che mio nonno gli raccontò che suo zio aveva un cugino che a seguito di Garibaldi fu ferito a San Martino dagli Austriaci e in punto di morte gli confidò che un giorno di molti anni prima Giovanni Cacioppo gli aveva rubato le merendine del cestino.
Giovanni Cacioppo arriva a scuola guidando un camion a rimorchio tutto rosso e lo parcheggia sulle biciclette dei bambini. A volte suona il clacson che è collegato a delle casse acustiche rubate alle giostre apposta per fare spaventare le vecchiette. Infatti quando le vecchiette lo vedono dicono:
“Stò scurnacchiato dun’infamone tene è corna comme nu diavolo!”
oppure:
“ Te potesse acchiappate nu fulmine nta la capoccia malata che teni!”
A volte per lo spavento muoiono, e non avendo parenti che possono pagare le spese del funerale vengono sotterrate in tutta fretta nei giardinetti comunali.
Giovanni Cacioppo quando entra in classe non saluta nessuno, tira fuori il suo portafortuna (un piede di porco di 70 cm) e ci si pulisce le unghie. Poi piomba in quello che ormai è definito “ il leggendario sonno di Giovanni Cacioppo”. Nessuno ha mai provato a svegliarlo.
Tranne una volta.
La leggenda narra che una professoressa, che si era data all’alcolismo spinto dopo avere avuto una relazione sentimentale con Giovanni Cacioppo, una volta scolatasi tre litri di tavernello, prese il righello e urlando “ Tu! Stai composto!” glielo ruppe in testa.
A quel punto lui si svegliò, acchiappò la professoressa e la scagliò dalla finestra con tutta la sedia, la cattedra, un armadio, un mappamondo di 12 kg, il bidello, il preside e un’assistente sociale che passava di lì per caso. Non contento diede un pugno alla lavagna che fece sei giri completi prima di fermarsi.
La lavagna non si ruppe ma il bambino che la stava pulendo lo stanno ancora cercando.
Giovanni Cacioppo ha un hobby, che è quello di spalare letame dentro l’auto del sindaco, spesso col proprietario dentro. Lo fa da tanti anni , con diversi sindaci, e gli dà molta soddisfazione, tanto che ne vorrebbe fare la sua professione, e mettersi a posto con i libri.
All’ufficio di collocamento gli hanno detto che al momento non c’è richiesta, e di provare più avanti.
Giovanni Cacioppo quando mi si siede vicino digrigna i denti e mi fa molti dispetti, tipo mangiarsi le pagine del mio libro di storia, oppure collegarmi la sedia alla 220 per farmi saltare in aria.
Ho detto ai miei genitori che secondo me queste non sono cose da farsi, e non credo siano legali.
Loro dicono di si e di farmi i cazzi miei.
di chi è questo racconto?
RispondiEliminaindovina?
RispondiEliminaFrancesco.